Riforma pensioni ultime notizie: approvati i decreti attuativi per Ape sociale e Quota 41 resta ancora incerto il futuro dell’Ape volontaria e di Opzione donna. Cosa succederà?
La prima parte della riforma delle pensioni si avvia alla conclusione con l’approvazione dei decreti attuativi sull’Ape sociale e la Quota 41 dei lavoratori precoci che hanno dato il via libera alle misure di pensione anticipata.
Tuttavia restano ancora delle questioni in bilico, su cui il Governo dovrà dare delle risposte. Cresce l’attesa infatti per l’approvazione del decreto sull’Ape volontaria, la misura di pensione anticipata pensata dall’esecutivo e presentata come fiore all’occhiello della riforma delle pensioni. Il decreto era atteso per febbraio ma, a causa di alcune difficoltà tecniche, è slittato e a tutt’oggi non si hanno certezze sulla data della sua approvazione.
Altro punto rimasto da definire è quello riguardante la proroga di Opzione donna. Le lavoratrici che chiedono la prosecuzione del regime sperimentale stanno continuando la loro opera di mobilitazione e chiedono che non cali il silenzio sulla questione. Cosa succederà per quanto riguarda l’Ape volontaria e la proroga di Opzione donna?
Riforma pensioni ultime notizie: decreto attuativo Ape volontaria, tempi incerti
La riforma delle pensioni non è ancora totalmente attuata, con il decreto sulla misura di pensione anticipata attorno alla quale ruotava tutta la manovra ancora da definire.
Inizialmente l’approvazione del decreto era previsto attorno alla metà di maggio, salvo poi essere slittata a giugno. Ad oggi, tuttavia, i tempi rimangono incerti.
L’Ape volontaria è la misura di pensione anticipata pensata dal Governo per garantire una maggiore flessibilità in uscita e favorire quel ricambio generazionale di cui ha bisogno attualmente il mercato del lavoro.
L’Ape volontaria consiste in una sorta di prestito pensionistico: i lavoratori in possesso dei requisiti (almeno 63 anni di età e 20 di contributi) contraggono un prestito con una banca, che garantisce agli stessi un assegno mensile fino alla pensione di vecchiaia. Una volta raggiunta l’età pensionabile gli interessati restituiranno alla banca il prestito con trattenute sull’assegno di pensione.
Proprio a causa del coinvolgimento delle banche l’Ape volontaria non è mai stata salutata con favore de parte dei lavoratori: la formula del prestito, infatti, ha generato negli interessati una sorta di diffidenza che non si è mai sciolta del tutto.
Attualmente non è ancora possibile stimare quando effettivamente potrà essere approvato il testo sull’Ape volontaria: il provvedimento dovrà essere inviato al Consiglio di Stato prima di ricevere l’ok da parte della Corte dei Conti. Sembra difficile, tuttavia, un’approvazione prima di metà giugno.
Riforma pensioni ultime notizie: Opzione donna, lavoratrici contestano il silenzio
Altra questione rimasta irrisolta è quella relativa alla mancata proroga di Opzione donna. Il mancato inserimento della proroga nella scorsa Legge di Stabilità, infatti, ha decretato per il momento la fine dell’unica misura di pensione anticipata pensata per le donne. Le lavoratrici però non ci stanno, e chiedono che non cali il silenzio su una situazione che sta creando tante difficoltà a molte donne.
La strada per la proroga di Opzione donna resta attualmente in salita: dopo la chiusura sull’argomento dimostrata dal Governo in occasione delle quattro interrogazioni parlamentari presentate su una possibile prosecuzione della misura, è arrivata la settimana scorsa la bocciatura dell’emendamento presentato da Walter Rizzetto, che chiedeva una proroga fino al 2019.
Anche i sindacati sembrano ormai puntare più su nuove alternative, come il riconoscimento dei lavori di cura e l’introduzione di una sorta di Ape sociale al femminile che consenta l’uscita di anticipata delle donne. Con l’avvio della fase due della riforma delle pensioni sarà proprio questo uno degli argomenti principali di confronto tra parti sociali e Governo.
Le lavoratrici che da mesi si battono per la proroga di Opzione donna però non ci stanno: il riconoscimento dei lavori di cura, per loro, non può essere la risposta alla mancata proroga della misura. La richiesta che viene fatta al Governo è quindi quella di utilizzare i residui di risorse rimaste tra quelle stanziate per consentire la prosecuzione della misura anche considerando che Opzione donna, prevedendo una penalizzazione sull’assegno pensionistico, consente un risparmio sul medio lungo termine per le casse dello Stato.
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