Pensioni, torna Opzione Donna nel 2026. Ecco come

Simone Micocci

24 Novembre 2025 - 09:45

Tra gli emendamenti in manovra il ritorno di Opzione Donna. Anche nel 2026 in pensione a 61 anni?

Pensioni, torna Opzione Donna nel 2026. Ecco come

Fratelli d’Italia vuole ripristinare Opzione Donna la cui proroga per il momento non figura in legge di Bilancio 2026. E lo fa con un doppio emendamento alla manovra che laddove dovesse essere approvato andrebbe anche ad ampliare la platea delle beneficiarie rappresentando così una valida alternativa alla legge Fornero, più di quanto fatto in questi ultimi anni in cui sono stati introdotti requisiti talmente severi da limitarne l’accesso a poche lavoratrice.

Il ritorno di Opzione Donna consentirebbe di andare in pensione anche nel 2026 all’età di 61 anni, una decisione che di fatto rappresenterebbe una sorpresa visto che dalle ultime notizie sembrava che l’intenzione fosse quella di rinunciarvi definitivamente visto che i numeri degli ultimi anni sono stati molto bassi (specialmente per colpa delle decisioni prese dal governo che ne ha ridotto la platea).

Ma nel passaggio in Parlamento del testo della legge di Bilancio può succedere di tutto si sa, per quanto ovviamente non ci sia ancora nulla di certo. D’altronde ci sono emendamenti anche sul ritorno di Quota 103, ma tutto dipenderà da quale sarà l’indirizzo politico rispetto all’utilizzo delle poche risorse a disposizione. E il fatto che sia stata Fratelli d’Italia a proporre il ritorno di Opzione Donna rappresenta sicuramente un punto a favore della buona riuscita dell’operazione ma non la certezza: basti pensare, infatti, che sono circa 6.000 gli emendamenti presentati, di cui 1.600 a firma dei partiti di maggioranza.

Servirà attendere i prossimi giorni, quindi, per sapere se il ritorno di Opzione Donna sarà ufficiale o meno: nell’attesa, ecco cosa prevedono gli emendamenti presentati e in che modo andrebbero a rivedere i requisiti della misura.

Opzione Donna oggi

Oggi per andare in pensione con Opzione Donna serve averne maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024. Ma quali sono questi requisiti? Intanto l’età anagrafica che a seguito delle modifiche apportate della ultime manovre è salita a 61 anni, con la possibilità di ridurre il limite di 12 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 2 anni. Quindi c’è la possibilità di andarci anche a 59 anni (con almeno due figli), per quanto però ci sia da attendere anche una finestra mobile che ritarda la decorrenza dell’assegno, pari a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti, 18 mesi per le autonome.

Dopodichè serve aver maturato 35 anni di contribuzione, oltre poi a ritrovarsi in una delle seguenti condizioni:

  • caregiver, o meglio “svolgere assistenza da almeno 6 mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni d’età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti”;
  • soffrire una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%”;
  • essere lavoratrice licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa”.

Il fatto che Opzione Donna - che ricordiamo prevede un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno - sia limitata a chi fa parte di una di queste tre categorie ha limitato di molto la platea delle beneficiarie, specialmente per l’ultima platea che di fatto ha circoscritto l’accesso solo alle lavoratrici che provengono da un’esperienza presso una grande azienda. Ed è su questo che si vuole intervenire.

La proroga di Opzione Donna

Il primo emendamento è molto semplice da comprendere. Semplicemente si tratta di una proroga di Opzione Donna, con la modifica del termine entro quando maturare i requisiti per andarci: non più 31 dicembre 2024 ma 2025, includendo quindi anche coloro che compiono i 61 anni quest’anno (o comunque 60 o 59 nel caso di lavoratrici con figli) oppure raggiungono i 35 anni di contributi.

L’estensione della platea

Nel secondo emendamento, invece, verrebbe ampliata la platea di Opzione Donna. Qui, infatti, Fratelli d’Italia andrebbe a eliminare la condizione per cui deve necessariamente essere attivo il tavolo di confronto per la gestione delle crisi aziendale.

Basterà quindi essere disoccupate a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, o comunque in caso di dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale. Vale anche per chi perde il lavoro alla scadenza del contratto a tempo determinato, a condizione però che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi, e hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione.

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