Mentre sindacati e Governo si preparano all’incontro di domani, la Cgil lancia l’ultimatum: correzioni su giovani o donne, o niente accordo.
La vicenda che riguarda la fase due della riforma delle pensioni sembra destinata a diventare una storia senza fine.
E’ previsto per domani, infatti, l’incontro risolutivo tra sindacati e Governo, l’ennesimo dopo i rinvii delle ultime settimane.
Sabato scorso il Governo ha scoperto le carte: la proposta dell’esecutivo è infatti quella di escludere dall’aumento dell’età pensionabile, sia per quanto riguarda la pensione di vecchiaia sia per la pensione anticipata, quindici categorie di lavoratori impegnandosi inoltre a garantire la proroga dell’Ape sociale al fine di renderla una misura strutturale.
Grandi assenti nei piani del Governo, però, sono giovani e donne due dei punti cruciali contenuti nell’accordo siglato tra le parti lo scorso anno.
Proprio su giovani e donne la Cgil non è intenzionata a fare passi indietro, e ha chiesto al Governo di rivedere la sua proposta nel pieno rispetto di tutti i punti concordati non appena un anno fa. Se il Governo non dovesse essere disposto a rivedere la sua posizione, la Cgil è pronta a non firmare l’accordo sulle pensioni e a portare avanti, eventualmente, la mobilitazione.
Riforma pensioni: donne e giovani, la Cgil non arretra. Intesa sempre più difficile
L’accordo sulle pensioni tra Governo e sindacati, che torneranno a incontrarsi domani, sembra sempre più difficile, con la Cgil che alza il muro e chiede all’esecutivo il rispetto dei punti concordati lo scorso anno. L’alternativa? La sigla sindacale è pronta a non firmare l’accordo.
A ribadirlo è Susanna Camusso, che boccia le proposte avanzate finora dal Governo sottolineando come le stesse mettano
"una pietra tombale sull’idea di cambiare un sistema che non è equo".
E ripensando all’accordo siglato lo scorso anno, la leader della Cgil non ha dubbi:
"C’è una distanza molto rilevante tra le cose che avevamo convenuto di fare e quelle nella discussione".
I veri nodi da sciogliere restano d’altronde quelli su giovani e donne. Nella proposta dell’esecutivo infatti non rientra nè l’assegno di garanzia, necessario a garantire una pensione dignitosa a tutti i giovani rientranti nel sistema contributivo, nè le misure pensate per favorire il prepensionamento delle donne, come il riconoscimento dei lavori di cura o la proroga di Opzione donna.
Riforma pensioni: Gentiloni chiede comprensione ai sindacati
Dal lato del Governo, d’altra parte, il problema resta sempre quello delle risorse.
Come annunciato già più di una volta da diversi esponenti della maggioranza la coperta resta corta, con un investimento che difficilmente potrà superare i 300 milioni di euro.
A chiedere comprensione ai sindacati è il premier Paolo Gentiloni che ha commentato in proposito:
"Mi auguro che le organizzazioni sindacali condividano lo sforzo che stiamo facendo. L’adeguamento della pensione alle aspettative di vita è un dato di fatto accettato da tutti, anche dai sindacati"
- ha continuato il Presidente del Consiglio -
"Penso comunque che sia giusto adottare provvedimenti che mostrino attenzione verso talune categorie. Per questo abbiamo lavorato in queste settimane alle proposte dei sindacati. I risultati ci sono, la speranza è che si possano adottare con il consenso dei sindacati stessi".
Riforma pensioni: le posizioni di Cisl e Uil
Più moderate sono apparse invece le posizioni delle altre due sigle sindacali, Cisl e Uil, che domani potrebbero siglare l’accordo con l’esecutivo.
Nonostante l’iniziale unità d’intenti, la spaccatura tra i sindacati potrebbe diventare sempre più evidente dopo il confronto che si terrà domani.
Proprio la numero uno della Cisl, Annamaria Furlan, ha criticato l’atteggiamento della Cgil e ha parlato di risultati importanti. Nel mezzo si trova invece la Uil che, se da un lato riconosce la necessità di trovare un accordo su temi come giovani e donne, dall’altro auspica il mantenimento dell’unità sindacale.
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