Riforma pensioni: Legge Bilancio 2018, Marco Leonardi spiega il piccolo "miracolo" del Governo Gentiloni

Stefania Manservigi

5 Gennaio 2018 - 17:36

La riforma delle pensioni su cui ha puntato l’esecutivo negli ultimi due anni ha deluso le aspettative dei lavoratori. Ma per Leonardi si tratta di un piccolo miracolo: ecco perché.

Riforma pensioni: Legge Bilancio 2018, Marco Leonardi spiega il piccolo

La riforma delle pensioni che ha trovato spazio nella Legge di Stabilità 2017 e che è stata poi affinata con l’ultima Legge di Bilancio, ha lasciato molta insoddisfazione tra i lavoratori, che si aspettavano misure più importanti dall’esecutivo.

Gli insoddisfatti, alla luce dell’approvazione dell’ultima manovra finanziaria, sono in realtà molti: gli esodati che, dopo anni dall’approvazione della Legge Fornero, ancora attendono dal Governo la soluzione definitiva alla loro situazione; le donne che, private della proroga di Opzione donna, si dovranno accontentare di un bonus contributivo a favore delle lavoratrici madri; i precoci, che non hanno goduto dell’ampliamento della platea dei beneficiari previsto invece per l’Ape sociale.

Che le risorse fossero poche, tuttavia, il Governo lo aveva messo in chiaro fin da subito; ecco perché il consigliere economico Marco Leonardi, che ha lavorato alla riforma insieme al Governo Gentiloni, rivendica quello che è stato definito un piccolo miracolo. E spiega il perché.

Riforma pensioni: Leonardi spiega perché la riforma delle pensioni è stata un piccolo miracolo

Marco Leonardi, consigliere economico del Governo che ha lavorato alla manovra, condividendo sulla sua pagina Facebook un articolo pubblicato sul Corriere dove Francesco Giavazzi e Alberto Alesina parlavano di miracolo con riferimento alla riforma, ha spiegato perché quanto fatto negli ultimi due anni dall’esecutivo in tema di pensioni sia da considerare positivo.

Il consigliere, infatti, ha spiegato come sia importante sottolineare che con la manovra, oltre ad aver agito compatibilmente con quanto consentivano i conti pubblici, si sia

“voluto fare una scelta di sinistra portando a compimento l’accordo tra governo e sindacati dell’anno scorso che al primo punto diceva: ‘nel rispetto del principio generale dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, riconosciamo che non tutte le occupazioni sono uguali’”.

Inoltre Leonardi ha ribadito come con l’accordo con la Cisl e con la Uil si siano affermati tre principi importanti:

"1) le occupazioni gravose vengono esentate dall’adeguamento dell’età pensionabile, un principio di giustizia che c’è in pochi altri paesi tra cui la Germania (in cui funziona diversamente), che va rivendicato con orgoglio; 2) d’ora in poi l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita avverrà in maniera lineare e non coglierà i picchi delle stime dell’aspettativa di vita come è avvenuto quest’anno; 3) per la prima volta in assoluto si possono recuperare i risparmi di spesa che vengono riutilizzati per ampliare e migliorare le misure del 2018. Utilizzando quest’ultimo principio la legge di bilancio di quest’anno ha recuperato ben 200 milioni per il 2018 (che si vanno ad aggiungere ai 100 milioni di cui sopra) per ampliare e semplificare l’anticipo pensionistico (APE) del 2018: quest’ultimo sarà disponibile per le donne con figli, per i disoccupati per cessazione di contratto a termine e per 15 categorie di lavoratori gravosi (invece delle attuali 11), tutti a partire dai 63 anni."

Riforma pensioni: Uil, rivista Legge Fornero

L’ottimismo espresso da Marco Leonardi è stato confermato anche da Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, che a Labitalia ha commentato:

“L’accordo siglato dai sindacati con il governo Gentiloni, che esclude 15 categorie di lavoratori dall’innalzamento dell’età della pensione, è sì un piccolo miracolo. Perché tiene insieme il tema generale della sostenibilità economica del sistema previdenziale con il tema della sostenibilità sociale. È il primo accordo che rivede le regole troppo rigide della legge Fornero, una legge che non rispecchia il mondo del lavoro, che è molto più articolato”

Il segretario ha infatti ricordato che

“Con quell’accordo sulle 15 categorie è stato fatto il primo passo verso la sostenibilità sociale. Il secondo passo sarà quello di aumentare gli occupati e rendere stabile il tasso di occupazione”.

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