La campagna elettorale si è giocata anche sul tema delle pensioni: è davvero possibile abolite la Legge Fornero e prorogare Opzione donna? Per molti no. Ecco perché.
Le elezioni hanno lasciato l’Italia in un clima di insicurezza, con il presidente Mattarella che dovrà muoversi all’interno della situazione venutasi a creare dopo l’ultima chiamata alle urne per cercare di formare un nuovo Governo.
Al centro delle aspettative dei cittadini che la scorsa domenica si sono recati alle urne per esprimere la propria preferenza c’è senz’altro il tema previdenziale: la campagna elettorale, d’altronde, si è giocata molto sulle pensioni e in particolare sulla Legge Fornero, tasto dolente per i cittadini italiani che a causa della riforma del 2011 si sono visti spostare in avanti l’età pensionabile.
D’altronde l’abolizione, o quanto meno la modifica, della Legge Fornero è stato uno dei cavalli di battaglia di entrambe le forze politiche uscite vincitrici dalla tornata elettorale, Lega e M5S.
Ma l’abolizione della Legge Fornero è davvero possibile? Per molti la risposta sembrerebbe essere no. Ecco perché.
Unione Europea frena su nuovi interventi sulle pensioni
A frenare su possibili nuovi interventi sulle pensioni è innanzitutto l’Unione Europea.
La Commissione Europea ha infatti bacchettato l’Italia per il deficit pubblico, sottolineando come la sostenibilità dei conti pubblici nel lungo termine sia in pericolo anche a causa dei recenti interventi sulle pensioni, approvati per limare proprio la rigidità della Legge Fornero.
L’appello lanciato da Bruxelles è chiaro:
“La sostenibilità di lungo termine assicurata dalle riforme delle pensioni fatte si sta lentamente deteriorando”.
Secondo il rapporto, infatti, la spesa per le pensioni in rapporto al Pil continua a crescere, anche a causa degli interventi messi in campo dal Governo di centrosinistra negli ultimi due anni. Dall’Europa quindi sostengono che
“una sostanziale marcia indietro sull’attuazione delle riforme delle pensioni in particolare relativamente all’aggiustamento dell’età di pensionamento, potrebbe peggiorare ulteriormente i rischi di sostenibilità dell’Italia nel lungo termine”.
Legge Fornero, per Confindustria impossibile l’abolizione
Nella schiera degli scettici sull’abolizione (o una nuova modifica sostanziale) della Legge Fornero c’è anche Confindustria.
A parlare è stato Andrea Montanino, capo economista, che in un’intervista all’Huffington Post ha sottolineato come
“chiunque governerà dovrà tenere conto di due elementi. Il primo è che non siamo più in emergenza, come nel 2011, ma in una fase di ripresa che va accompagnata. Il secondo è che c’è una finanza pubblica che ha retto e bisogna continuare a farla reggere dato che ogni anno il Tesoro deve rifinanziare circa 400 miliardi di debito ogni anno. E dato che questo debito viene comprato in larga parte da investitori istituzionali, questi vanno rassicurati. Chiunque governerà dovrà quindi accompagnare la crescita e assicurare sul fatto che il nostro debito verrà rifinanziato continuamente”.
Impossibile, dunque, pensare attualmente a un nuovo stravolgimento del sistema pensionistico:
“il nostro sistema vede uno squilibrio tra le entrate contributive e le uscite: le prime sono meno delle seconde e tutte le riforme dal ’95 in poi, compresa la Fornero, hanno cercato di contenere questo squilibrio”.
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