Riforma delle Pensioni 2015, l’UE è contraria. Ecco perché

Stefania Manservigi

22/06/2015

La Bce ha espresso parere negativo sull’ipotesi di una riforma delle pensioni in Italia. Ecco il motivo.

Riforma delle Pensioni 2015, l’UE è contraria. Ecco perché

La Bce ha bocciato le modifiche che il governo Renzi sta valutando di apportare alla riforma delle pensioni Fornero.
A preoccupare la Banca centrale europea in particolar modo sono i conti pubblici italiani che potrebbero risentire dell’introduzione di requisiti per andare in pensione meno stringenti rispetto a quelli previsti dalle riforme.
Vediamo cosa dovrebbe prevedere la riforma delle pensioni a cui si sta lavorando e perché l’UE è contraria.

Riforma delle pensioni 2015, maggiore flessibilità in uscita
Ciò a cui il governo e l’INPS stanno lavorando con la Riforma delle pensioni 2015 è l’introduzione di regole che mirino a garantire una maggiore flessibilità in uscita. Secondo il presidente dell’Istituto di previdenza, Tito Boeri, tuttavia questa flessibilità potrebbe costare alle casse pubbliche oltre 10 miliardi di euro circa; un importo che la Banca centrale europea ritiene troppo elevato e che porta ad un risultato contrario a quanto previsto dall’Ageing report elaborato dal Comitato di politica economica e dalla Commissione UE in vista di una diminuzione delle uscite legate al sistema previdenziale.

Riforma delle Pensioni 2015, perché la Bce è contraria?
L’istituto bancario guidato da Mario Draghi ha quindi espresso il suo parere sulle possibili modifiche che il governo Renzi sta pensando di apportare alla Riforma Fornero spiegando nel suo Bollettino economico:

«Le nuove proiezioni sui costi dell’invecchiamento per diversi Paesi dell’Eurozona sono soggette a rischi negativi perché dipendono da ipotesi molto ottimistiche sugli andamenti della produttività e del mercato del lavoro.»

Rischi che non riguardano solo l’Italia ma anche Belgio e Spagna interessati allo stesso modo dai cali della produttività e dell’occupazione degli ultimi anni. Secondo la Bce, dunque, non è possibile pensare che nei prossimi anni le uscite del sistema previdenziale caleranno.

«Sarebbe fuorviante interpretare le nuove proiezioni sui costi dell’invecchiamento come un’indicazione che gli sforzi di riforma dei Paesi siano meno urgenti.»

Riforma delle pensioni 2015, qual è il rischio?
Il rischio per l’Italia, in caso venissero riviste le regole sul pensionamento prevedendo una maggiore flessibilità in uscita, sarebbe quello di creare un buco di qualche decina di miliardi di euro che andrebbero a pesare soprattutto sulle generazioni future.
Oltre al parere negativo espresso dall’Europa si aggiunge anche la relazione della Commissione economico - finanziaria dell’Istituto sul periodo 2014 - 2023 che stima un aumento del passivo dell’INPS di 56,5 miliardi di euro.
A questo punto non resta che attendere le prossime mosse da parte del premier Matteo Renzi e del Ministro Giuliano Poletti per vedere se proseguiranno comunque sulla strada della riforma cercando di rendere meno rigidi i requisiti per andare in pensione.

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