Dopo lo sciopero dello scorso 5 maggio continua la protesta contro la riforma della scuola. Ieri l’astensione dalle prove del test Invalsi, infatti, ha raggiunto il 20%. Ma che cos’è il test Invalsi? Quali sono le critiche mosse?
La protesta di insegnanti, studenti, genitori e sindacati contro la riforma della scuola del Governo Renzi non è ancora finita e è sfociata nell’astensione dai test Invalsi che ha raggiunto il 20%.
Dopo lo sciopero generale del mondo della scuola dello scorso 5 maggio che ha coinvolto circa 600mila persone, questa nuova forma di protesta è una sorta di contestazione contro l’autovalutazione di studenti e quindi anche degli insegnanti promossa dai Cobas.
Piero Bernocchi, storico leader dei sindacati della scuola, ha minacciato anche il blocco degli scrutini.
Ma cosa sono i test Invalsi di cui molto si discute e come mai sono contestati? Vediamolo di seguito.
Che cos’è il Test Invalsi?
Per capire che cosa sia tale test iniziamo a spigare che cos’è l’Invalsi.
L’Invalsi è l’istituto di ricerca soggetto alla vigilanza del ministero dell’Istruzione che si occupa anche di predisporre i test nazionali per gli studenti delle scuole elementari, medie e superiori per poter valutare il loro livello di apprendimento. I dati del test Invalsi vengono poi forniti alle scuole in modo che presidi e insegnanti, in base ai risultati ottenuti, possano predisporre interventi mirati per migliorare l’apprendimento da parte degli studenti.
Il test Invalsi è stato introdotto nel 2007; dal 2009 è incluso tra le prove dell’esame finale di terza media e dal 2012 è divenuto obbligatorio.
Da quest’anno le scuole per compilare il proprio rapporto di autovalutazione si avvarranno di 49 indicatori tra cui, appunto, il test Invalsi.
Test Invalsi, le critiche
Il test Invalsi, pur essendo uno strumento di valutazione imperfetto, permette di comparare scuole e classi diverse su basi oggettive.
Quali sono le critiche mosse da chi protesta? Chi protesta ritiene che l’esito dei test, oltre a valutare il livello di preparazione degli studenti, servirebbe a stabilire l’importo dei finanziamenti alle scuole creando disparità tra le stesse.
Un’altra obiezione, di natura didattica, è quella secondo cui dei test a crocette non sarebbero in grado di fornire una valutazione sul reale livello di apprendimento degli studenti.
Invalsi, boicottaggio e reazioni
Ieri l’astensione dai test che coinvolgevano 548mila studenti del secondo anno delle superiori ha raggiunto il 23%.
Molti degli studenti che invece hanno deciso di sostenere i test hanno fornito risposte ironiche.
Non si sono fatte attendere le reazioni da parte del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini secondo cui il sabotaggio sarebbe «inaccettabile, una speculazione sul futuro dei ragazzi».
Dello stesso parere è stato il sottosegretario alla scuola Davide Faraone che ha twittato: «Si può essere contro il governo, è legittimo. Ma boicottare le prove Invalsi è indecente».
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