il ministro Marianna Madia spiega i punti cardine della riforma della pubblica amministrazione: licenziamenti più semplici per i dirigenti, articolo 18 per i dipendenti pubblici, mobilità per quelli delle Province, co.co.co. e rinnovi contrattuali. Ecco tutto ciò che c’è da sapere sulla riforma
Il ministro della Pubblica Amministrazione ha spiegato la sua riforma sulle pagine del quotidiano Repubblica, soffermandosi in particolare su quello dei dirigenti statali.
Marianna Madia non ha usato mezzi termini: i "dirigenti inadeguati" saranno licenziati. Parlando di una vera e propria "rivoluzione", ha spiegato che:
la nostra è una riforma anche della dirigenza pubblica. Avevamo davanti due strade alternative: o il modello anglosassone dello spoils system , oppure quello di una dirigenza autonoma e indipendente dalla politica, come disegnata dalla nostra Costituzione. Abbiamo scelto quest’ultima, pensando, però, che l’autonomia e l’indipendenza non coincidano con l’inamovibilità dei dirigenti, né con la progressione di carriera automatica al di fuori di qualsiasi meccanismo di mercato e di merito".
Insomma, coloro che non saranno ritenuti all’altezza verranno mandati a casa. Il ministro ha inoltre dichiarato che, rispetto ai dipendenti privati, a quelli del pubblico impiego non verrà applicato il Jobs Act senza tutele dell’articolo 18. Ma andiamo con ordine.
Dirigenti statali, licenziamento
La riforma prevede la creazione di una commissione super partes composta da tecnici che avrà il compito di valutare quali dirigenti siano adatti a ricoprire gli incarichi più delicati.
Ognuno potrà mantenere il proprio incarico per un massimo di tre anni, senza godere della possibilità di rinnovo. Ogni dirigente:
"Dovrà superare un concorso per l’abilitazione ed entrerà così nel ruolo unico dei dirigenti. Dirigenti della Repubblica italiana e non, come adesso, dirigenti della singola amministrazione o di una Regione. Dovrà esserci un rapporto osmotico tra i dirigenti dei diversi livelli dello Stato, si potrà passare dal centro alla periferia e viceversa.
Chi non verrà confermato, andrà a ricoprire un ruolo unico in attesa di un nuovo incarico.I dirigenti che rimarranno senza incarico dopo un "congruo periodo" potranno perdere l’abilitazione ed essere licenziati.
Licenziamento statali: articolo 18
Parlando dell’articolo 18, il punto della riforma che sicuramente spiega più polemiche, il ministro Madia spiega che esso rimarrà in vigore per i dipendenti pubblici:
"Non è un favoritismo ma il lavoro pubblico è diverso: chi licenzia non è un imprenditore che decide con le proprie risorse. Lo stesso obiettivo si può raggiungere in altro modo. Già oggi c’è la messa in mobilità che può portare al licenziamento. Renderemo più semplici i procedimenti disciplinari, quelli per scarso rendimento. Ci saranno procedure specifiche per contrastare i casi di assenze di massa, come quelle dei vigili di Roma lo scorso Capodanno, o di assenze sospette (tutti i venerdì o i lunedì)".
Dipendenti pubblici: mobilità
In concerto con il MEF, il ministero della Pubblica Amministrazione sta ultimando la definizione delle tabelle di equiparazione degli inquadramenti in settori diversi. L’operazione finirà alla fine di questo mese e subito dopo verrà avviata la mobilità. di circa 20mila dipendenti delle Province "che non sono più necessari per l’espletamento delle attività rimaste nelle competenze provinciali dopo la riforma Delrio":
Dalle vecchie piante organiche si passerà ai fabbisogni: i lavoratori andranno dove c’è bisogno, non dove prevede una statica pianta organica".
Dipendenti pubblici: co.co.co. e rinnovi contrattuali
Anche per la Pubblica Amministrazione si prevede l’abolizione dei contratti a progetto, sebbene questi "reggono interi servizi delicati nella pubblica amministrazione". Fra due anni, terminata la ricollocazione dei dipendenti delle Province, partirà un percorso di assunzione.
Per quanto riguarda i rinnovi contrattuali, il ministro non dà certezze: tutto dipenderà dalle risorse che il ministero dell’Economia metterà a disposizione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA