La Riforma del lavoro del Ministro Fornero è entrata in vigore da qualche mese e, almeno alcune delle critiche che erano state fatte alla sostanza delle norme si stanno rivelando più che fondate. Questo è ciò che emerge da una circolare diffusa nei giorni scorsi della Fondazione studi- consulenti del lavoro.
Mancati provvedimenti, o provvedimenti che non tengono conto delle reali esigenze dei datori di lavoro, che ostacolano l’occupazione del 2013. L’anno non inizia sotto i migliori auspici, viste le difficoltá economiche in cui versano gli imprenditori. Difficoltá che sono aggravate dalle novitá normative introdotte nell’ultimo anno
queste le prime affermazioni della suddetta circolare.
La fondazione studi ha esaminato la Riforma del lavoro Fornero sottolineando le criticità che fanno diventare illusoria la crescita dell’occupazione e confermano la tendenza della aziende di arrivare alla chiusura. I consulenti dal lavoro, che mensilmente hanno a che fare con più di 7 milioni di lavoratori, denunciano il disinteresse del governo e delle istituzioni nei confronti di problematiche reali che bloccano sviluppo e occupazione, evidenziate in più di un’occasione dalla Fondazione Studi.
Ma vediamo meglio quali, secondo i consulenti del lavoro, sarebbero gli errori più gravi commessi dal Ministro Fornero.
Mobilità
La Riforma del lavoro ha bloccato gli sgravi concessi alle imprese che assumevano lavoratori iscritti alle liste di mobilità. Ciò significa che dal 2013, per le assunzioni di lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, licenziati da aziende con meno di 15 dipendenti, non spettano le agevolazioni in quanto la norma vigente non è stata prorogata dalla riforma Fornero.
Una decisione questa, che in tempi di crisi occupazionale, sta rendendo ancora più difficoltoso per un lavoratore reinserirsi nel mondo del lavoro perché non agevola la sua assunzione da parte delle aziende. Secondo i consulenti del lavoro:
Si tratta di uno strumento legislativo che nel tempo aveva consentito di ottenere ottimi risultati di occupabilità, pertanto, visto anche l’aggravarsi delle situazioni di difficoltà economica, per i datori poteva continuare a rappresentare un ottimo stimolo ad assumere
Contratto a tempo determinato
Il contratto a tempo determinato con la riforma Fornero diventa più oneroso per l’azienda a causa dell’introduzione di un nuovo aggravio fiscale. Il contributo è dovuto dal gennaio 2013 per i contratti stipulati nel nuovo anno, ma anche per i rapporti già in essere.
Il nuovo contributo è pari all’1,4% e andrà a colpire tutti i contratti di lavoro, escludendo soltanto:
- lavoratori assunti a termine in sostituzione di lavoratori assenti;
- lavoratori assunti a termine per lo svolgimento di attività stagionali,
- apprendisti, considerando che il contratto di apprendistato è “un contratto di lavoro a tempo indeterminato”;
- lavoratori dipendenti di pubbliche amministrazioni.
Aspi
L’Aspi sostituisce, migliorandolo, il trattamento di disoccupazione ma i maggiori oneri ricadono sulle aziende. Non si comprende perché a fronte di una pur giusta tutela dei lavoratori, si danneggino i datori di lavoro che procedono ai licenziamenti, dovuti nella maggior parte dei casi all’impossibilità di far fronte ad un costo del lavoro elevatissimo cui non corrispondono margini di utile adeguati.
La critica in questo caso è rivolta al cosiddetto contributo di interruzione a carico del datore di lavoro che decide di interrompere il rapporto di lavoro con un dipendente assunto a tempo indeterminato. Il versamento dovuto dall’azienda, previsto anche per le imprese con meno di 15 dipendenti, è pari al 41% del massimale mensile.
Apprendistato
A partire dal 1 gennaio 2013 la contribuzione dovuta per gli apprendisti aumenterà della misura dell’1.61% per effetto del comma 36 dell’art. 2 della Legge Fornero. Il contributo è destinato al finanziamento dell’Aspi per i lavoratori con qualifica di apprendista.
La Riforma prevede che tale contributo sia dovuto anche per gli apprendisti assunti a partire dal 1 gennaio del 2012 per i quali, al momento dell’assunzione, era previsto il totale sgravio dei contributi. Per tale categoria di apprendisti l’impresa dovrà comunque versare l’1.61% della retribuzione imponibile.
Lavoro femminile
La Riforma Fornero, per incentivare l’assunzione delle donne, prevede delle agevolazioni per le imprese che decidono di inserire personale femminile nel proprio organico. Peccato che, come denunciano i consulenti del lavoro
non risulta operativa per mancanza dei decreti che dovranno stabilire i territori di residenza ‘agevolabili’ nonché il concetto di ‘impiego non regolarmente retribuito’ citato dalla norma.
Cooperative
Secondo la Riforma Fornero le cooperative con soci dipendenti a partire dal primo gennaio 2013 subiscono un graduale allineamento all’aliquota dell’1,31% realizzato con l’incremento di 0.26 punti percentuali dal 2013 al 2016 e di 0.27 a partire dal 2017.
Aumento aliquota gestione separata
A partire dal 1 gennaio 2013 l’aliquota della gestione separata riferita ai titolari di altra posizione previdenziale obbligatoria aumenta dal 18% al 20%.
Tale aumento si applica, secondo la Riforma del lavoro, anche agli associati in partecipazione ed ai professionisti per i quali non sia previsto l’obbligo di versamento ad altra cassa previdenziale. Inoltre a partire da gennaio 2014 l’aliquota ordinaria subirà un ulteriore incremento dell’1%.
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