Responsabilità magistrati: quando e come chiedere il risarcimento danni

Isabella Policarpio

15 Maggio 2019 - 15:12

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Profili di responsabilità dei magistrati: quando e come chiedere il risarcimento danni in caso di responsabilità civile.

Responsabilità magistrati: quando e come chiedere il risarcimento danni

Responsabilità dei magistrati: quando scatta? E come si chiede il risarcimento danni?

Nell’ambito dell’espletamento delle funzioni, i magistrati hanno la responsabilità civile in caso di comportamenti illeciti o negligenti.

La responsabilità civile dei magistrati scatta in circostanza di diniego di giustizia (ovvero un ritardo o un’omissione ingiustificate), dolo e colpa grave. In questi casi, chi ha subito un danno dalla sentenza emessa può agire per chiedere il risarcimento. Il risarcimento danni riguarda sia i danni patrimoniali che non patrimoniali.

In questo articolo vedremo nel dettaglio in quali casi i magistrati hanno la responsabilità civile e come il danneggiato può ottenere il risarcimento danni.

Responsabilità civile dei magistrati: quando scatta?

Anche i magistrati sono responsabili delle omissioni compiute nello svolgimento delle funzioni. La responsabilità dei magistrati può essere civile, penale e disciplinare, a seconda della condotta tenuta in corso di giudizio.

Per quanto riguarda i profili di responsabilità civile, i magistrati rispondono in caso di dolo, diniego di giustizia e colpa grave.

Il dolo si definisce la volontà diretta e intenzionale di cagionare un danno. In questo caso il giudice sceglie volontariamente di violare leggi o regole comportamentali che sarebbe tenuto a rispettare. Quando la condotta integra un reato, alla responsabilità civile si affianca anche quella penale, con il conseguente aumento delle possibilità per il danneggiato di ottenere il risarcimento danni.

Il diniego di giustizia, invece, costituisce un ritardo, rifiuto o omissione nel compiere un atto d’ufficio doveroso in danno altrui, nonostante le sollecitazioni, senza opportuna giustificazione. Nello specifico, il ritardo o l’omissione dell’atto giuridico sono rilevanti quando:

  • è trascorso il termine che la legge prevede per il compimento di quell’atto;
  • la parte interessata ad averlo ha presentato istanza di cancellazione;
  • sono trascorsi inutilmente più di 30 giorni dal deposito dell’istanza;
  • non vi sono motivi validi che giustificano il ritardo o l’omissione.

Ultima ipotesi di responsabilità civile dei magistrati si manifesta in caso di colpa grave, cioè:

  • la violazione di una o più leggi - nazionali o europee - grave e manifesta;
  • il travisamento dei fatti e delle prove in giudizio. Per travisamento si intende l’alterazione della verità, considerando che il compito principale del magistrato è interpretare i fatti e valutare le prove;
  • l’affermazione di un fatto inesistente o negazione di un fatto esistente rispetto a quanto contenuto negli atti processuali;
  • l’erronea emissione dei provvedimenti cautelari, quindi al di fuori dei casi previsti, oppure omissione della motivazione.

Responsabilità magistrati: come chiedere il risarcimento danni

Dal 2015, è possibile ottenere il risarcimento di tutti i tipi di danno - patrimoniale e non patrimoniale (quindi danno morale ed esistenziale) - derivanti da responsabilità dei magistrati.

Naturalmente, affinché nasca il diritto al risarcimento danni, è necessario che il danno sia conseguenza diretta del comportamento negligente o doloso del magistrato. Tuttavia, prima di presentare l’azione risarcitoria devono essere stati esperiti tutti i mezzi ordinari di impugnazione contro la sentenza lesiva, cioè il ricorso in Appello e in Corte di Cassazione.

Attenzione però: il risarcimento del danno può essere chiesto entro e non oltre il termine di 3 anni dalla sentenza definitiva, altrimenti l’azione decade.

A questa regola vi è una sola eccezione: se il procedimento non si conclude entro 3 anni dalla data del fatto che ha cagionato il danno ingiusto, l’azione risarcitoria può essere esercitata anche prima che della sentenza definitiva, cioè senza dover aspettare tutti e tre i gradi di giudizio.

A chi va presentata la richiesta di risarcimento danni?

La responsabilità dei magistrati segue delle regole particolari. Infatti per proporre l’azione è necessario rivolgersi allo Stato, nella persona del Presidente del Consiglio.

La domanda farà avviare un procedimento presso il tribunale del capoluogo del distretto di Corte d’Appello competente sui reati commessi dai magistrati. Questa previsione serve a garantire che il magistrato accusato venga giudicato da giudici appartenenti ad una Regione diversa da quella di provenienza.

La condanna al risarcimento danni viene fatta verso lo Stato che, in seguito, farà azione di rivalsa nei confronti del magistrato responsabile del fatto attraverso una trattenuta dallo stipendio.

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