Il Partito Democratico corre verso la scissione e per evitarla sembra che Renzi sia disposto persino a fare un passo indietro alle prossime elezioni politiche.
Partito Democratico, è un tutti contro Renzi.
E se l’ex Premier alla fine decidesse di fare un passo indietro e di non candidarsi alle prossime elezioni politiche? Una possibilità che secondo Dario Nardella, sindaco di Firenze, non è troppo remota. Nardella, che ha raccolto l’eredità di Renzi nel capoluogo toscano, ha dichiarato che il segretario del Partito Democratico starebbe pensando di tirarsi indietro dalle eventuali primarie, restando però alla guida del PD.
Tutto questo per evitare la scissione del Partito Democratico, oppure Renzi ha in mente un piano segreto? Il sindaco di Firenze, che dice di essere in costante contatto con Matteo Renzi, ha esposto una sua idea riguardo a quello che sarà il futuro politico dell’ex premier e con l’occasione ha attaccato tutti coloro che stanno creando confusione all’interno del Partito Democratico, come ad esempio Bersani e D’Alema.
Intanto, Matteo Renzi al Tg1 ha detto che farà di tutto per evitare la scissione ipotizzata nei giorni scorsi da Luigi Bersani. Renzi ha ribadito di essere disponibile sia alle primarie che al congresso, aprendo persino all’ipotesi di un referendum tra gli iscritti. Tutto per evitare una scissione che considera “irrealizzabile”. Il Partito Democratico quindi viaggia spedito verso delle nuove elezioni primarie: ma siamo sicuri che in tal caso Renzi figuri nella lista dei candidati?
Partito Democratico: per Nardella Renzi non sarà più candidato premier
Non sappiamo se quelle dell’attuale sindaco di Firenze siano delle dichiarazioni fatte semplicemente per attaccare gli “scissionisti” del Partito Democratico oppure se c’è realmente un fondo di verità.
Fatto sta che sono bastate poche parole per far luce sulla confusione che regna all’interno del Partito Democratico:
“Ultimamente sento spesso Matteo Renzi. E non sarei stupito se si tirasse fuori dalla corsa a premier”.
Secondo Nardella non si tratterebbe di un passo indietro, anzi. Questo, infatti, ha aggiunto che Renzi potrebbe decidere di non candidarsi alle prossime elezioni pur restando alla guida del Partito Democratico così da vedere cosa c’è dietro ai vari appelli congressuali. “Temo niente”, ha poi aggiunto Nardella, attaccando i vari D’Alema, Emiliano, Rossi e Bersani, che in queste ultime settimane si sono schierati contro Renzi.
“È uno scontro sulle persone e non sulle idee. È un tutti contro Renzi”, ha sottolineato il sindaco di Firenze che poi ha ribadito che il Partito Democratico, se vuole avere delle speranze di vittoria, non può presentarsi disunito alle prossime elezioni.
Ma d’altronde anche Matteo Renzi è della stessa idea.
Matteo Renzi: “No alle scissioni, Sì alle primarie”
Matteo Renzi nel corso di un’intervista al TG1 ha detto di essere favorevole all’ipotesi delle primarie del partito attraverso le quali verrà deciso il nome del prossimo candidato premier.
Renzi ha aperto anche al congresso e ad un referendum tra gli iscritti, ribadendo però che chi “perde il giorno dopo rispetti chi ha vinto, altrimenti è anarchia”. Insomma, il segretario del Partito Democratico pur definendo la scissione irrealizzabile (“non la capirebbe nessuno”) ha tirato una “frecciata” a coloro che in questi ultimi mesi gli hanno remato contro.
Perché ad oggi il Partito Democratico è nella confusione più totale, come dimostrano le parole di Bersani che ha aperto all’ipotesi di un Ulivo 2.0 con Vendola candidato premier, e solamente con l’impegno di tutti riuscirà a venirne fuori.
Renzi poi ha parlato delle elezioni anticipate, dicendo che non sta a lui decidere la data del voto.
Nonostante le parole di Nardella, però, noi siamo sicuri che Renzi alle prossime elezioni ci sarà. Infatti, difficilmente l’ex Premier farà un passo indietro lasciando le redini del gioco in mano a coloro che in questi ultimi mesi non hanno perso occasione per andargli contro. Il suo carattere, il suo impegno politico e la sua voglia di emergere lo porteranno ad essere tra i candidati delle primarie, poi in quel caso saranno gli iscritti al Partito a decidere.
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