Rendite finanziarie: l’aliquota al 26% colpirà anche i conti correnti. Ecco su cosa peserà la nuova tassazione

Vittoria Patanè

24/04/2014

L’aumento dell’aliquota al 26% partirà a luglio. Colpiti pesantemente conti correnti e conti deposito, esenti i titoli di stato. Ecco su cosa peserà la nuova tassazione.

Rendite finanziarie: l’aliquota al 26% colpirà anche i conti correnti. Ecco su cosa peserà la nuova tassazione

L’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie servirà a coprire le detrazioni Irap per le imprese. Questo è cosa nota da parecchi mesi. Ciò che è chiaro oggi, grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto definitivo, è che anche i comuni cittadini saranno colpiti dal rincaro. Come? Attraverso i conti correnti e i conti deposito.

Aliquota 26% e conti correnti
Il passaggio dell’aliquota sulle rendite finanziarie dal 20 al 26% voluto dal Governo Renzi partirà a luglio ed escluderà i titoli di Stato la cui aliquota rimarrà stabile al 12,50%.

Rientrano invece nel nuovo regime di tassazione i conti correnti, i conti deposito e il denaro maturato sulle giacenze presenti sui conti postali.

Ancora una volta dunque, a essere colpiti saranno i normali cittadini italiani che, insieme ai piccoli risparmiatori, pagheranno un prezzo alto, molto alto.

Scendendo nei particolari, secondo i dati risalenti al 2012, tra conti deposito e conti correnti gli italiani custodivano in banca circa 900 miliardi di euro.

Secondo un analisi del Sole 24 ore, l’aumento del prelievo sugli interessi per i c/c e i depositi potrebbe superare i 775 milioni nel corso del 2015, che arriveranno a 1,1 miliardi nel 2016. Prendendo in considerazione il totale degli incassi relativi alle rendite finanziarie, comprese quindi le cedole delle obbligazioni e i redditi di capitale, per 2014 si prevede un effetto pari a 720 milioni di euro, che saliranno a dismisura nei prossimi anni: 2,3 miliardi nel 2015, 2,9 miliardi nel 2016 e 2,6 miliardi dal 2017 in poi.

Azioni
Parlando di azioni poi, l’aliquota del 26% da luglio colpirà sia dividendi che utili. Nel caso in cui un soggetto detenga titoli di emittenti quotate, la tecnicalità per armonizzare l’aliquota rispetto al 20% imposto in precedenza sarà una cessione al 30 giugno 2014, con riacquisto successivo, cosa che permetterà di calcolare il rateo maturato con le due differenti aliquote.

Per quanto riguarda Bot e Btp,invece, come abbiamo affermato in precedenza la tassazione rimane stabile al 12,50%. Lo stesso vale per la previdenza complementare.

Confermata infine l’aliquota al 26% sulle plusvalenze che le banche azioniste di Bankitalia hanno registrato dopo la rivalutazione delle quote.

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