Regno Unito: crollano le richieste di sussidi di disoccupazione e aumenta l’indice dei salari medi. Ieri l’atteso discorso sulla hard Brexit della premier britannica Theresa May.
Crollano le richieste di sussidi disoccupazione nel Regno Unito a dicembre, come è possibile osservare sul nostro calendario economico aggiornato in tempo reale.
Lo scorso mese le richieste di sussidi sono diminuite di 10.100 unità, a fronte di un aumento di 1.300 unità registrato a novembre (dato rivisto al ribasso). Gli analisti avevano ipotizzato un aumento delle richieste di sussidi a quota 5mila unità.
A novembre, invece, l’indice dei salari medi (inclusi i bonus) si porta a +2,8%. Il dato supera il consensus degli analisti (+2,6%) e il dato emerso dalla precedente rilevazione, rivisto al rialzo a +2,6%.
Nel suo atteso discorso sulla Brexit, ieri la premier britannica Theresa May ha affermato che il Regno Unito uscirà dal mercato unico per dar vita a una Global Britain.
Parlando a un pubblico di diplomatici, l’inquilina del numero 10 di Downing Street ha escluso qualsiasi parziale associazione all’Unione europea: sarà dunque una hard Brexit senza vie di mezzo.
No al modello Norvegia (fuori dalla Comunità europea ma dentro il mercato comune) e niente modello Svizzera (una forma di associazione al mercato comune) o modello Turchia (fuori dal mercato ma dentro l’unione tariffaria doganale).
L’accordo finale con l’Unione europea, che dovrebbe essere siglato prevedibilmente entro un paio d’anni, sarà sottoposto al voto del Parlamento britannico. Con un eventuale no, tutto resterebbe così com’è. Ma la May non sembra essere preoccupata da questa ipotesi:
“Il Parlamento ha votato per indire il referendum, ha votato per iniziare il negoziato sulla Brexit, sono certa che voterà anche per realizzare la volontà popolare di uscire dalla UE”.
Il primo ministro inglese ha inoltre lanciato una velata minaccia agli altri partner del Vecchio Continente:
“Se in Europa qualcuno vuole punirci per l’uscita dalla UE, attenzione, sarebbe un errore innanzi tutto per l’Europa, noi cambieremmo modello economico, abbasseremmo le imposte, attireremmo investimenti”.
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