Regno Unito, ma quale effetto Brexit? Il PIL è il più veloce nel mondo sviluppato

Livio Spadaro

26 Gennaio 2017 - 18:00

L’economia del Regno Unito è quella cresciuta ad un ritmo maggiore tra le maggiori potenze economiche nel 2016. Il settore dei Servizi è la locomotiva del PIL britannico.

Regno Unito, ma quale effetto Brexit? Il PIL è il più veloce nel mondo sviluppato

Nuovo smacco per chi prevedeva una catastrofe economica per il Regno Unito nel caso di una Brexit. L’economia del Paese della regina Elisabetta, d’accordo con i dati diffusi dall’Office for National Statistics, è cresciuta dello 0,6% nel quarto trimestre 2016 e del 2% per l’intero anno.

Queste proiezioni incoronano così l’economia del Regno Unito come quella che è cresciuta al maggior ritmo tra le economie sviluppate nello scorso anno. D’altronde, a novembre 2016, la Bank of England aveva alzato le stime di crescita dell’economia per il 2017 con un distacco rispetto alle precedenti proiezioni mai visto prima.

Uk: Brexit porta ritmo di crescita del PIL più elevato tra i Paesi del G7 nel 2016

Il Regno Unito è il Paese, tra le economie maggiormente sviluppate, ad essere cresciuto al ritmo più veloce nel 2016. Secondo le ultime proiezioni dell’Office for National Statistics il PIL del Regno Unito è cresciuto dello 0,6% nell’ultimo quarto del 2016 (battendo il consenso fermo a +0,5%) mentre per l’intero anno è salito del +2%.

Questi dati incoronano così l’economia del Regno Unito come quella che è cresciuta al ritmo più veloce tra i Paesi del G7:

Su base annualizzata il PIL del 4° trimestre è aumentato del +2,4% mentre, ad esempio, quello degli Stati Uniti è atteso in crescita per lo stesso periodo del +2,2% (contro il consenso di settembre del +3,5%).

Regno Unito: Servizi trainano la crescita del PIL

Sempre dalle proiezioni dell’istituto di statistico britannico, emerge che il settore trainante del PIL inglese è stato quello dei Servizi che è cresciuto dello 0,8%, detronizzando così la stagnazione della produzione industriale. La categoria dei Servizi che ha performato di più è quella di ristoranti e hotel che è balzata di un +1,7%, pari alla migliore performance trimestrale dal 2012.

Nel dettaglio, nel grafico che segue, è possibile avere un’idea di quali siano state le forze trainanti dell’economia inglese nel 2016:

Hammond: economia inglese è forte e resiliente

Il Cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, ha salutato con favore le ultime proiezioni dell’economia inglese commentando che lo scorso anno tutti i maggiori settori economici sono cresciuti nel 2016, sottolineando così la forza e la resilienza dell’economia britannica.

In più, il Cancelliere ha aggiunto che potrebbe esserci incertezza in futuro finché non verranno aggiustati i rapporti con l’UE, tuttavia, il Regno Unito è pronto a cogliere opportunità per creare un’economia competitiva.

Uk, dopo la Brexit le scuse del capo economista BoE: troppo pessimismo

Quanto visto sinora conferma così l’ottimismo mostrato dalla Bank of England nel mese di novembre 2016. In quel periodo, la banca centrale non tagliò i tassi di interesse ma, anzi, alzò le stime del PIL 2017 dal +0,8% al +1,4%.

Una revisione pari a quasi il doppio della stima iniziale, difatti quella fu la più alta revisione a rialzo dell’economia mai effettuata dalla Bank of England. C’è da dire che, sempre in quell’occasione, la BoE si mostrò più cauta per il 2018 tagliando le stime del PIL dal +1,8% al +1,5% vista l’incertezza riguardo l’uscita dall’Unione Europea.

Infine, per quel che riguarda l’inflazione, la banca centrale inglese sempre a novembre concretizzò il più alto rialzo delle stime ritenendo che l’indice dei prezzi sarebbe triplicato per il nuovo anno per poi normalizzarsi al target fissato del 2% per il 2020.

Tutto questo ha poi portato, nei primi giorni di gennaio dell’anno in corso, alle scuse del capo economista della Bank of England, Andrew Haldane. Il dirigente ha ammesso che lui e il suo team avevano sbagliato le previsioni per l’economia in caso di Brexit, tagliandole nettamente al ribasso.

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