Regioni in zona gialla da lunedì 16 agosto: perché non ci sarà alcun cambio di colore

Simone Micocci

10/08/2021

03/09/2021 - 15:33

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I maggiori quotidiani parlano di ritorno di alcune regioni in zona gialla già dalla prossima settimana. Per il concretizzarsi di un tale scenario, in realtà, manca ancora molto.

Regioni in zona gialla da lunedì 16 agosto: perché non ci sarà alcun cambio di colore

Nei più importanti quotidiani nazionali si parla di “ritorno delle zone gialle” già dalla prossima settimana, dunque da lunedì 16 agosto.

È vero, si tratta di una possibilità, ma va detto che al momento - nonostante un ulteriore peggioramento della situazione negli ospedali - sembra essere piuttosto remota. Perché anche se ci sono regioni che viaggiano spedite verso la zona gialla, queste non sembrano farlo in maniera tanto veloce da far pensare a un cambio di colore già dalla prossima settimana.

Perché allora tutta questa allerta mediatica? Perché il bollettino di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) di oggi effettivamente conferma una crescita dei ricoveri in terapia intensiva, sia a livello nazionale che in alcune regioni.

Dimostrazione che la curva dei ricoveri è ancora in crescita e ciò potrebbe portare, specialmente nelle regioni dove la campagna vaccinale stenta, al raggiungimento di quelle soglie di ospedalizzazione che il decreto del 23 luglio ha individuato come sufficienti per decretare il cambio di colore passando da bianca a gialla.

Cosa serve per il cambio colore delle regioni

Un appunto su quali sono i nuovi criteri per il cambio colore delle regioni va fatto visto che sui vari quotidiani non troviamo uniformità d’interpretazione rispetto a quanto deciso dal decreto del 23 luglio scorso.

Ebbene, questo stabilisce che “si può parlare di zona bianca” quando:

l’incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore
a 50 casi ogni 100.000 abitanti e si verifica una delle due seguenti condizioni:

il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da COVID-19 è uguale o inferiore al 15 per cento;

il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti affetti da COVID-19 è uguale o inferiore al 10 per cento di quelli comunicati alla Cabina di regia di cui al decreto del Ministro della salute 30 aprile 2020, entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. La comunicazione può essere aggiornata con cadenza mensile sulla base di posti letto aggiuntivi, che non incidano su quelli già esistenti e destinati ad altre attività.

Abbiamo riportato il testo integrale proprio per non generare ulteriore confusione: come potete leggere, dunque, basta che sussista una delle due condizioni ospedaliere per far sì che la regione - pur superando l’incidenza dei 50 casi ogni 100.000 abitanti - resti in zona bianca.

Ciò significa che per cambiare colore bisogna non solo superare l’incidenza dei 50 casi ogni 100.000 abitanti, ma anche le soglie del 10% dei posti occupati in terapia intensiva e del 15% nelle aree non critiche. Non l’una o l’altra: entrambe.

Quando si decidono le nuove zone gialle

Sarà il monitoraggio ISS atteso per venerdì 13 agosto a darci le risposte su quali regioni potrebbero passare in zona gialla dal 16 agosto.

Tuttavia, già da domani - mercoledì 11 agosto - ne sapremo di più: nell’ultimo monitoraggio settimanale, infatti, per l’analisi della situazione negli ospedali - e di conseguenza per capire se le regioni hanno oltrepassato le soglie di ospedalizzazione fissate dal decreto del 23 luglio - si è guardato al bollettino di Agenas riferito al martedì precedente.

Per avere un’indicazione, quindi, dovremo attendere domani, mercoledì 11 agosto, quando appunto l’Agenas darà indicazioni sulla situazione riferita a oggi.

Regioni in zona gialla dal 16 agosto: nessuna rischia davvero

I principali giornali parlano di un “rischio concreto” per Sardegna e Sicilia di passare in zona gialla dal prossimo lunedì. In realtà per nessuna delle due sembra esserci questa possibilità: per un passaggio in zona gialla, infatti, dovrebbe esserci un repentino peggioramento nelle ultime 24 ore.

Ad esempio, è vero che in Sardegna - dove l’incidenza dei contagi è abbondantemente sopra i 50 casi ogni 100.000 (la scorsa settimana era pari a 142,03) - i posti occupati in terapia intensiva sono all’11% (superando quindi la soglia del 10%) ma siamo molto lontani dal superamento della soglia del 15% nelle aree non critiche dove, secondo l’ultimo monitoraggio, siamo fermi al 7%.

Servirebbe, dunque, una crescita del +8% nelle ultime 24 ore per far sì che la Sardegna diventi gialla dalla prossima settimana, scenario assolutamente inverosimile.

E neppure le altre regioni rischiano: tolta la Sardegna - che soddisfa due parametri su tre - le altre hanno tutte un solo parametro di quelli richiesti per il passaggio in zona gialla (come dimostra la tabella da noi realizzata).

Regioni in zona gialla: chi rischia nelle prossime settimane

Il monitoraggio di Agenas è comunque importante perché ci dà una fotografia della situazione attuale negli ospedali e ci dice quali sono le regioni che devono guardarsi da un aumento dei ricoverati in ospedale.

Nel dettaglio, rispetto al bollettino di ieri, peggiora su scala nazionale la situazione nelle terapie intensive. C’è stata una crescita dell’1% del valore nazionale, così come in 4 regioni quali: Emilia Romagna (4%), Lazio (7%), Lombardia (3%) e Toscana (5%).

Nelle aree non critiche non cresce il valore nazionale (che resta al 5%) ma sono 7 le regioni che subiscono un peggioramento dell’1%: Abruzzo (4%), Campania (7%), Emilia Romagna (5%), Lazio (7%), Molise (2%), Puglia (4%) e Sicilia che arriva al 14%, un punto sotto la soglia del 15%.

Se la Sicilia dovesse peggiorare ancora, dunque, si troverebbe - così come la Sardegna - a soddisfare due condizioni su tre per passare in giallo. Anche in questo caso sembra comunque impossibile che succeda già da lunedì 16 agosto, in quanto qui le terapie intensive sono occupate al 7% e quasi sicuramente non ci sarà un peggioramento del 3% nelle prossime 24 ore.

Nonostante una crescita che avvicina alcune regioni alla zona gialla - sotto osservazione anche Lazio (7% e 7%) - quindi, avremo quasi certamente almeno un’altra settimana con tutta Italia in zona bianca.

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