Il Primo Ministro del Regno Unito ha annunciato le sue dimissioni dopo la vittoria della Brexit. Anche il destino di Matteo Renzi è legato al referendum costituzionale di ottobre?
Referendum costituzionale come la Brexit: dopo Cameron si dimetterà anche Matteo Renzi?
Il referendum sulla Brexit, in cui ha trionfato il “Leave” con il 52% dei consensi, è stato fatale per il destino politico di Cameron che oggi ha annunciato le sue dimissioni dal ruolo di Primo Ministro del Regno Unito.
In questo molti italiani hanno visto delle analogie con il referendum costituzionale in programma ad ottobre 2016. Infatti, in più di un’occasione Matteo Renzi ha dichiarato che se vincerà il No lui lascerà la politica. Quindi, così come successo nel Regno Unito con la Brexit, anche il referendum sulla riforma costituzionale avrà delle conseguenze sulla politica del nostro Paese.
Ma non solo, perché se vincerà il No al referendum e Renzi si dimetterà ci saranno degli effetti negativi anche sulla Borsa, perché ne deriverà una tensione sui titoli di stato e sul mercato azionario italiano.
I detrattori di Renzi, specialmente gli esponenti del Movimento 5 Stelle, puntano molto sull’esito del referendum costituzionale del prossimo ottobre, perché si tratterà di una delle poche occasioni in cui gli italiani potrebbero determinare le dimissioni del Presidente del Consiglio. Infatti nel nostro Paese non ci potrà mai essere un referendum come quello sulla Brexit, poiché c’è una norma costituzionale che lo vieta.
Quindi, nonostante si tratti di un referendum diverso dalla Brexit, anche quello per l’approvazione delle riforma costituzionale influirà sul futuro politico del Paese, specialmente per quanto riguarda il ruolo di Matteo Renzi.
Brexit: Cameron ha annunciato le dimissioni
David Cameron, Primo Ministro del Regno Unito, si era schierato in favore della permanenza nell’Unione Europea e per questo dopo aver perso il referendum sulla Brexit ha annunciato le proprie dimissioni.
Bisogna precisare che le dimissioni di Cameron non sono già effettive, ma lui stesso ha dichiarato che lascerà il proprio incarico entro ottobre.
Cameron, pur sottolineando che farà di tutto per “pilotare la nave nei prossimi mesi”, ha dichiarato:
“Abbiamo votato per lasciare l’Unione europea e la volontà delle persone va rispettata. Non penso che sia giusto per me cercare di essere il capitano che guida il nostro paese verso la sua prossima destinazione”.
Cameron non ha indicato la data precisa delle sue dimissioni, ma ha specificato che ciò avverrà prima di ottobre. Le dimissioni non sono state immediate perché secondo il Primo Ministro in questo momento c’è bisogno di un breve periodo di stabilità prima della nuova leadership richiesta.
Referendum costituzionale come la Brexit: porterà alle dimissioni di Renzi?
Matteo Renzi ha legato il suo futuro politico all’esito del referendum costituzionale. Infatti, in più di un’occasione il Premier ha dichiarato che se vincerà il No, e quindi la riforma costituzionale non verrà approvata, lui lascerà la politica.
Tuttavia, bisogna specificare che così come accaduto per il referendum della Brexit, Matteo Renzi in caso di vittoria del No non sarà obbligato a dimettersi da Presidente del Consiglio. Infatti non c’è una norma nella nostra Costituzione che prevede le dimissioni del Presidente del Consiglio in caso di sconfitta ad un referendum, di qualsiasi tipo esso sia.
Lo stesso vale per il Regno Unito, dove però Cameron ha scelto di presentare le dimissioni spinto dal senso di dovere nei confronti del Paese.
Inoltre, come riportato dalla Repubblica, sembra che Renzi voglia fare un passo indietro, ritrattando le proprie dichiarazioni. Niente più dimissioni quindi, né tantomeno il ritiro a vita privata.
Al momento però si tratta solamente di indiscrezioni, quindi per adesso il futuro di Renzi alla guida del Governo è legato all’esito del referendum di ottobre, o meglio, tutto dipenderà dal suo senso del dovere.
Referendum costituzionale, sondaggi: Renzi si dovrà dimettere?
Almeno per il momento, Renzi non deve temere il referendum costituzionale perché secondo i sondaggi politici di Emg Acqua, il Si è in vantaggio sul No.
Nel dettaglio, il 28,6% degli italiani è favorevole alla riforma costituzionale introdotta dal ddl Boschi, mentre il 26,2% voterà per il No. Rispetto agli scorsi rilevamenti, però, il fronte del Si sta recuperando lo svantaggio, quindi nelle prossime settimane ci potrebbe essere il sorpasso.
Comunque sarà determinante il voto di chi è ancora indeciso, che secondo l’istituto EMG è pari al 44% degli italiani. Questi, spinti da quanto è successo nel Regno Unito con la Brexit, voteranno per il No così da sperare nelle dimissioni di Renzi?
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