Redditometro 2014: lettere di accertamento ancora ferme ai box. Ecco perché

Valentina Brazioli

23/03/2014

Redditometro 2014, le tanto temute lettere di accertamento – più volte annunciate e non ancora recapitate – sono pronte a raggiungere le cassette postali dei contribuenti italiani? Ancora no: ecco cosa ha detto in merito Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate.

Redditometro 2014: lettere di accertamento ancora ferme ai box. Ecco perché

Redditometro 2014, delle temutissime 21 mila lettere di accertamento abbiamo parlato anche in passato, per rendere conto dell’entità della spada di Damocle pronta a imbattersi sull’ignaro capo di migliaia di contribuenti italiani. Da allora, però, le suddette missive sembrano essere rimaste ferme nei cassetti dell’Agenzia delle Entrate: non è una nostra supposizione, bensì una diretta ammissione del direttore Attilio Befera.

Befera: “Ulteriori verifiche tramite gli uffici”

Befera, nel corso dell’ultimo meeting dell’Aidc (Associazione italiana dottori commercialisti ed esperti contabili) che ha avuto luogo lo scorso 21 marzo a Roma, ha infatti parlato esplicitamente di ulteriori verifiche da effettuare tramite gli uffici. Una linea più morbida rispetto alle dichiarazioni barricadere alle quali ci ha abituato il Presidente di Equitalia? Forse sì, soprattutto se andiamo a guardare l’aspetto sanzionatorio della questione.

Sistema sanzionatorio da cambiare?

Lo stesso direttore, infatti, ha ammesso la possibilità di introdurre nel sistema sanzionatorio la variabile legata alla storia personale del contribuente, in modo che chi non è stato soggetto a sanzioni nel passato non debba essere punito alla stregua di chi si è già dimostrato – magari più volte – inadempiente.

Il fattore degli interpelli

Un orientamento che sembrerebbe essere appoggiato in pieno anche dal viceministro all’Economia Luigi Casero, il quale ha partecipato allo stesso evento nel quale è intervenuto Befera, sottolineando l’importanza dell’azione preventiva da parte del Fisco. Casero ha voluto puntare i riflettori proprio sul sistema degli interpelli, sostenendo che sia necessario dedicare più risorse alle risposte da parte dei contribuenti. Un punto sul quale il presidente di Equitalia ha però in parte dissentito, asserendo che gli interpelli siano in realtà troppi e quindi passibili di rivisitazione – anche dal punto di vista della loro tipologia – proprio per favorire il rapporto tra cittadino e Fisco.

Che fine ha fatto il vecchio Redditometro?

Nel frattempo, mentre le temute missive del Grande Fratello fiscale non sembrano essere pronte all’affrancatura definitiva, il vecchio Redditometro (previsto dall’articolo 38 del dpr n. 600 del 1973) sta subendo un fuoco di fila di sentenze a lui sfavorevoli: l’ultima, in ordine di tempo, da parte della Corte di Cassazione con sentenza n. 6396 dello scorso 14 marzo che ha bocciato la necessità di dimostrare un nesso diretto tra disponibilità del contribuente e spese presunte statisticamente.

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