La crisi economica che l’Italia vive ormai da anni si sta riversando anche sul sistema del welfare e sugli ammortizzatori sociali. La disoccupazione cresce, le aziende sono in crisi e c’è bisogno di una boccata d’ossigeno per l’economia nazionale e per i 5,7 milioni di disoccupati (dati Istat).
In questo periodo è molto attivo il dibattito sul reddito minimo garantito. Dopo la proposta di Grillo, la proposta del PD, presentata già a Montecitorio, arriva quella di iniziativa popolare.
Infatti oggi saranno consegnate dal comitato promotore della campagna per un Reddito minimo garantito anche le 50.000 firme raccolte nei mesi scorsi. Di cosa si tratta?
La proposta popolare
L’iniziativa popolare sul reddito minimo garantito prevede l’esborso di 600 euro per un anno, con possibilità di rinnovo, per determinate categorie di individui, i cui requisiti devono essere:
- residenza in Italia da almeno 24 mesi;
- iscrizione alle liste di collocamento dei centri per l’impiego (CPI);
- reddito annuo non superiore a € 8.000.
Quando decade il beneficio?
Il beneficio decade al verificarsi di una delle seguenti condizioni:
- quando vengono maturati i requisiti per la pensione;
- quando il beneficiario trova lavoro (contratto di lavoro subordinato o parasubordinato);
- se il beneficiario decide di avviare un’attività autonoma;
- se si supera la soglia di € 8.000 annui;
- se il beneficiario rifiuta un’offerta di lavoro da parte del centro per l’impiego, a meno che non risulti inadeguata sotto tre punti di vista, certificati dallo stesso CPI: retribuzione, formazione e professionalità.
La petizione
Sul web è stata lanciata una petizione e probabilmente il 1 maggio, proprio in occasione della festa dei lavoratori, si terrà una manifestazione nazionale per sollecitare il Parlamento ad intervenire e ad approvare la legge.
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