Reddito di Cittadinanza tagliato nel 2021? Troppi beneficiari, i soldi non bastano

Antonio Cosenza

05/10/2020

13/04/2021 - 09:32

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Reddito di Cittadinanza, rischio taglio nel 2021: i beneficiari sono troppi, le risorse potrebbero non bastare.

Reddito di Cittadinanza tagliato nel 2021? Troppi beneficiari, i soldi non bastano

Reddito di Cittadinanza: nel 2021 l’importo potrebbe essere più basso rispetto ad oggi. Il motivo ce lo spiega il Messaggero, il quale ha lanciato l’allarme risorse per il Reddito di Cittadinanza.

Il problema sta nel fatto che le risorse stanziate per garantire il pagamento del Reddito di Cittadinanza anche nel 2021 potrebbero non essere sufficienti visto che nel frattempo, complice la crisi economica, il numero dei percettori è salito oltre le attese e per questo motivo bisognerà aumentare il limite di spesa autorizzato per il prossimo anno.

Senza aumento delle risorse, i fondi stanziati dalla legge per il pagamento del Reddito di Cittadinanza non basteranno e di conseguenza dovrà essere attivata la clausola di salvaguardia prevista dal decreto 4/2019 con cui verrà attuato il taglio dell’importo del beneficio.

Reddito di Cittadinanza: perché servono più risorse nel 2021

Ci sono diversi fattori che hanno portato ad un incremento della spesa per il Reddito di Cittadinanza. In primis la crisi economica causata dallo scoppio della pandemia, la quale ha indotto molte famiglie a richiedere il Reddito di Cittadinanza per avere un sostegno economico su cui contare.

Ma va anche detto che i beneficiari sono aumentati perché il numero di coloro che hanno trovato lavoro, e quindi sono usciti dalla soglia di povertà che dà diritto alla misura, è stato inferiore alle aspettative.

Fino allo scorso anno l’INPS spendeva 526 milioni mensili per il pagamento del Reddito di Cittadinanza a tutti gli aventi diritto; da gennaio a settembre, però, questa spesa è aumentata notevolmente superando quota 680 milioni di euro.

Se consideriamo che non ci saranno cambiamenti, nel 2021 ci troveremo di fronte ad una platea di beneficiari del Reddito di Cittadinanza composta da 1,3 milioni di famiglie, a fronte di un sostegno economico con importo medio pari a 524,00€.

Di conseguenza la misura potrebbe avere un costo annuo di 8,2 miliardi di euro, anche se secondo le proiezioni di spesa che circolano in questi giorni al Ministero dell’Economia non è escluso di possa toccare quota 9,5 miliardi di euro.

Il problema è che si tratta di una cifra inferiore a quella stanziata dal Governo, il quale nel decreto 4/2019 ha autorizzato un limite di spesa per il Reddito di Cittadinanza pari a 7,3 miliardi di euro. Ciò significa che nella nota di aggiornamento al DEF, da approvare entro il 15 ottobre, il Governo dovrà trovare altri 2 miliardi di euro così da continuare ad erogare il beneficio secondo le regole attuali.

Reddito di Cittadinanza: cosa succede se il Governo non aumenta le risorse?

Nel prevedere le risorse necessarie per l’erogazione del Reddito di Cittadinanza secondo le attuali regole, il primo Governo Conte non aveva fatto i conti con il COVID-19 e con la crisi economica che ne sarebbe derivata.

Molte famiglie si sono trovate improvvisamente senza un reddito, vista la mole di persone che ha perso il lavoro, e per questo motivo hanno fatto richiesta del Reddito di Cittadinanza. Lo stesso Giuseppe Conte ha fatto presente l’importanza che ha avuto questa misura nel periodo del lockdown, dando a molte famiglie il sostegno di cui necessitano.

Tuttavia, questo incremento ha un costo a cui il Governo dovrà far fronte se non vuole che venga applicata la clausola di salvaguardia prevista del decreto 4/2019.

Questo provvedimento, infatti, stabilisce che in caso di esaurimento dei fondi stanziati sarà necessario ridurre i benefici erogati agli aventi diritto, così da avere la misura sostenibile sotto il profilo finanziario. Inoltre, una volta raggiunto il limite di spesa non saranno più autorizzate le nuove domande.

Uno scenario che il Governo vuole evitare, convinto dell’importanza del Reddito di Cittadinanza in questo particolare periodo storico. È quindi partita la corsa contro il tempo per trovare i 2 miliardi necessari entro la fine della prossima settimana.

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