Reddito di Cittadinanza: quante volte si può rinnovare?

Antonio Cosenza

18 Novembre 2020 - 12:00

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Reddito di Cittadinanza: c’è un limite per i rinnovi oppure si può percepire per un periodo illimitato? Facciamo chiarezza.

Reddito di Cittadinanza: quante volte si può rinnovare?

Reddito di Cittadinanza: da novembre 2020 è iniziato il secondo periodo di fruizione.

Una buona notizia per tutti quei percettori del RdC ai quali a settembre è decaduto il beneficio per decorrenza dei 18 mesi di fruizione e che nei giorni successivi hanno fatto domanda di rinnovo. Nel dettaglio, secondo i dati forniti dall’INPS sono circa 300 mila i nuclei familiari che hanno perso il diritto al RdC a settembre e poco più del 75% ha presentato una nuova domanda; come già spiegato in più di un’occasione, la maggior parte delle richieste di rinnovo avrà esito positivo, in quanto difficilmente in un solo mese di sospensione sono cambiati i requisiti economici e patrimoniali richiesti per beneficiare del sostegno.

Per circa 225 mila nuclei familiari, quindi, è appena iniziato il secondo periodo di fruizione che - in presenza di determinate condizioni - può durare per un massimo di altri 18 mesi.

In questi giorni c’è una domanda che molti si fanno e per la quale ci sono risposte piuttosto confuse. Nel dettaglio, chi percepisce il Reddito - o anche la Pensione - di Cittadinanza, si chiede per quante volte si può fare domanda di rinnovo.

Esiste un limite di volte per fare domanda del Reddito di Cittadinanza oppure non c’è vincolo alcuno alla possibilità di percepire il sostegno per vita natural durante? Facciamo chiarezza.

Reddito e Pensione di Cittadinanza: per quante volte si può fare domanda?

Non c’è limite al numero di domande che un nucleo familiare può presentare per il Reddito di Cittadinanza. Il decreto 4/2019, nell’articolo 3 comma 6, con il quale vengono dettate le regole per beneficiare del sostegno mensile riconosce ai nuclei familiari la possibilità di fare una nuova domanda per Reddito o Pensione di Cittadinanza al termine del periodo di validità e non pone alcun limite a riguardo.

Qui, infatti, si legge che il RdC può essere “rinnovato, previa sospensione dell’erogazione del medesimo per un periodo di un mese prima di ciascun rinnovo”. E aggiunge che la “sospensione non opera nel caso della Pensione di Cittadinanza”.

Già il fatto che si parli di “ciascun rinnovo” vuol dire che la normativa ne contempla più d’uno. Di conseguenza, i beneficiari del Reddito di Cittadinanza potranno fare domanda di rinnovo anche al termine del secondo periodo di fruizione, come pure alla fine del terzo (e così via).

Tuttavia, mentre beneficiare del Reddito di Cittadinanza per più di 36 mesi è molto complicato - come vedremo di seguito - il discorso cambia per i titolari della Pensione di Cittadinanza.

Per questi, infatti, l’unica condizione da soddisfare per continuare a percepire il sostegno mensile è di essere al di sotto delle soglie reddituali e patrimoniali indicate dalla normativa; in tal caso - di fatto - la Pensione di Cittadinanza non ha scadenza in quanto al termine dei 18 mesi il beneficio si rinnova automaticamente e senza alcun periodo di sospensione.

Reddito di Cittadinanza: perché è difficile che ci sia più di un rinnovo

A differenza della Pensione di Cittadinanza, il RdC prevede una serie di meccanismi di condizionalità che dovrebbero impedire che i beneficiari possano fare domanda di rinnovo anche al termine di questi altri 18 mesi.

Il Reddito di Cittadinanza, infatti, non dovrebbe essere un sostegno riconosciuto per sempre; il suo obiettivo è quello di accompagnare le famiglie verso l’uscita dalla soglia di povertà, tramite la partecipazione ad una politica attiva che dovrebbe permettere, in tempi più o meno brevi, il collocamento nel mercato del lavoro per uno o più componenti del nucleo.

Nei primi 18 mesi la politica attiva non ha funzionato come si sperava, anche perché è partita in ritardo, di circa sei mesi, rispetto al sostegno economico. Poi c’è stato lo scoppio della pandemia a rallentare ancora le operazioni e questo ha fatto sì che solo una piccola percentuale, circa il 20% di chi ha sottoscritto il Patto per il Lavoro, abbia trovato effettivamente un impiego.

Adesso la politica attiva sta per entrare a regime e di conseguenza in questo secondo periodo di fruizione le cose dovrebbero andare diversamente. Anche perché va detto che in questi 18 mesi l’offerta congrua di lavoro potrà arrivare da ogni parte d’Italia e chi la rifiuta perderà immediatamente il Reddito di Cittadinanza (con l’impossibilità di fare domanda per i successivi 18 mesi).

Continuare a percepire il Reddito di Cittadinanza per altri 18 mesi, quindi, vorrebbe dire che ai beneficiari non è stata presentata neppure un’offerta di lavoro congrua; in quel caso sì che si potrebbe parlare di fallimento della misura, poiché vorrebbe dire che per tre anni il sostegno è stato solamente una misura di tipo assistenziale.

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