Rame ai minimi di 6 anni: i settori che beneficiano (e non) del ribasso

Livio Spadaro

18/11/2015

18/11/2015 - 12:50

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Continua a calare il prezzo del rame che tocca i minimi di 6 anni. Perché scende? E quali sono i settori che ne traggono o meno vantaggio?

 Rame ai minimi di 6 anni: i settori che beneficiano (e non) del ribasso

Il Rame sta perdendo sempre più quota andando a toccare questa settimana i minimi degli ultimi 6 anni. L’andamento del rame è un importante indicatore della salute globale dell’economia e pesa sui bilanci di molte società.

Vediamo quali tipi di aziende beneficiano della caduta dei prezzi del rame e quelle che invece devono fare i conti con i pesanti effetti negativi sul bilancio.

Crolla il prezzo del rame a causa della Cina

Il rame ha toccato i minimi degli ultimi 6 anni confermando la spirale ribassista che affligge il metallo da settimane. L’andamento del prezzo del rame riflette la salute globale dell’economia poiché il prezzo dipende dalla Cina e dagli scambi commerciali mondiali.

La Cina infatti è il primo importatore al mondo di rame, circa il 46% della produzione totale di rame finisce nel Paese asiatico che tuttavia, sembra aver tagliato le importazioni. Nonostante le previsioni sulla produzione di rame siano abbastanza rosee a detta dell’International Copper Study Group, il prezzo continua a scendere.

Questo accade perché, il rallentamento economico cinese ha fatto in modo che diminuisse la domanda di rame da parte del Paese per via di una diminuzione degli investimenti nella costruzione di infrastrutture e di abitazioni che sono la principale fonte del consumo di rame in Cina.

Inoltre, il periodo non ottimale dell’economia globale fa in modo che la diminuita domanda in Cina non venga in qualche modo compensata dagli altri Paesi che ne fanno uso, rendendo il rame ancor più vulnerabile ad una diminuzione della domanda.

Crollo del prezzo del rame: i settori che beneficiano o meno degli effetti

Le aziende che subiscono il maggior impatto dalla caduta dei prezzi del rame, in senso negativo, sono quelle del settore minerario che hanno dovuto confrontarsi con un difficile momento non solo del rame ma di tutte le materie prime.

In Europa il gigante del commercio e della produzione di metalli Glencore Plc.è passata dalla quotazione massima del 2015 di 316 pence agli attuali 90,57 registrando un calo nel prezzo dell’azione superiore al 300%.

La più grande azienda olandese del settore minerario ArcelorMittal nel corso del 2015 ha perso più del 50% passando dal massimo annuale di 10,29€ agli attuali 4,71€.

Il colosso inglese dell’esplorazione mineraria BHP Billiton Plc ha perso poco meno del 50% quest’anno passando dal massimo del 2015 a quota 1557,2 pence agli attuali 876,4 pence.

Tuttavia, ci sono le aziende del settore elettrico (in particolare della costruzione di tubi e fili) che guadagnano invece da un costo del rame più basso.

Ad esempio, la società americana Belden Inc. specializzata nella costruzione di soluzioni per segnali di trasmissione ci si aspetta che aumenterà gli utili del 9% quest’anno grazie all’impatto positivo generato dal crollo del rame.

Stesso discorso vale per la Houston Wire & Cable Company e la Lennox International Inc che sono società specializzate nella costruzione di cavi e di climatizzatori e ci si aspetta che per quest’anno gli utili crescano rispettivamente del 15 e del 20%.

Ricapitolando, le società che guadagnano dal crollo del rame sono principalmente quelle società che operano nel settore del cablaggio, costruzione di telecomunicazioni e di climatizzazione poiché il rame rappresenta per queste aziende la materia prima per il loro business.

Tuttavia, se per l’anno prossimo ci si aspetta una ripresa nell’economia cinese grazie agli interventi di politica monetaria messi in campo dalla Banca centrale cinese (PboC), ci si potrebbe attendere un rimbalzo dei prezzi delle società minerarie e del settore dell’esplorazione mineraria.

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