Fine dell’Euro? Holger Schmieding scettico: la BCE è tanto potente quanto la FED

Silvia Lambiase

17 Settembre 2012 - 16:07

Fine dell’Euro? Holger Schmieding scettico: la BCE è tanto potente quanto la FED

L’annuncio della BCE della settimana scorsa di un’altra fase di quantitative easing e di un impegno a fare “quel che costi” per salvare l’unione monetaria ha senz’altro creato un ambiente di positivismo. A tal punto che gli euroscettici “Euro-bears” che si sono finora devotamente dedicati a strategie ribassiste sull’euro dovranno forse ricredersi.

Dal 26 Luglio, giorno della “famosa” dichiarazione che pare essere quasi una chiave di volta nella crisi europea, l’Euro si è apprezzato nei confronti di ben 16 valute, tra cui lo Yen, il Dollaro australiano e quello neozelandese, mentre dal 1 Giugno, le azioni bancarie sono cresciute del 33%.

Gli euroscettici dovranno fare un passo indietro?

Questi dati fanno ritenere leggittimo pensare che anche euroscettici autorevoli come Axel Merk e Kenneth Rogoff si trovino ora, come cita “sul lato sbagliato del mercato”.

- Rogoff, economista e professore all’università di Harvard, ha più volte ribadito che senza un’autorità centrale che unifichi anche i sistemi fiscali dei (troppo) diversi paesi.

- Per quanto riguarda Merk, presidente e fondatore di Merk Investments LLC a Palo Alto, California, si è addirittura lasciato andare a dichiarazioni come “L’annuncio di Draghi potrebbe essere stato una grande svolta. Ha fatto ciò che i politici non sono riusciti a fare, pur evitando che la BCE diventasse un campo minato di politica. È un puro”.

E così, dall’essere “molto negativo” all’inizio dell’anno nei confronti dell’Euro a causa di una “mancanza di leadership e dai rischi che le ipotesi più pessimistiche potessero effettivamente realizzarsi”, ora Merk è un sostenitore dell’Euro, addirittura da predirne un apprezzamento all’1.40.

Un atteggiamento decisamente rialzista

Secondo il sito di trading exchange Intrade.com, dopo i dettagli del programma dell’acquisto di debito pubblico da parte della BCE della settimana scorsa, le possibilità di un collasso dell’unione monetaria entro la mezzanotte del 31 Dicembre 2013 sono scese sotto il 50%, rispetto al 60% della fine di Luglio.

Tre giorni fa, il 14 Settembre, l’Euro ha toccato il picco (in quattro mesi) di 1.3169, per essere poi scambiato oggi a 1.3117.

BNP Paribas prevede un apprezzamento dell’Euro dell’1.35, mentre Morgan Stanley, in un report del 13 Settembre ha annunciato di attendersi un aumento all’1.34 entro il 31 Dicembre.

Questi dati sembrerebbero suggerire che forse sarebbe opportuno abbandonare posizioni ribassiste (“bearish”) in favore di atteggiamenti più ottimisti (“bullish”).

Come ha affermato Holger Schmieding, capo economista alla Berenberg Bank di Londra, “chi sta speculando sul crollo dell’Euro potrebbe dover rendersi conto che la BCE è tanto potente quanto la Fed”.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it