Proroga concessioni balneari, fino a quando sarà: la nuova scadenza non sarà rinviabile

Giorgia Bonamoneta

9 Novembre 2021 - 20:01

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Sentenza del Consiglio di Stato: la proroga delle concessioni balneari salta. Non manca molto alla fine delle attuali concessioni, dopo cosa succederà? Sicuramente non una nuova proroga.

Proroga concessioni balneari, fino a quando sarà: la nuova scadenza non sarà rinviabile

L’ultima sentenza del Consiglio di Stato è la definitiva: la proroga delle concessioni balneari ha una scadenza ed è anche molto vicina. Nella sentenza si legge che la data, ovvero dicembre 2023, è stata scelta per evitare una decadenza immediata di tutte le concessioni.

Giuseppe Ricci, presidente Itb Italia (associazione degli imprenditori turistici balneari), aveva cercato di mettere in chiaro la posizione dei proprietari di attività balneari, che su quelle spiagge hanno costruito, dal 2006 a oggi, “un posto di lavoro per sé e per i propri figli”.

La disputa inizia 15 anni fa, quando nel 2006 la “direttiva Bolkenstein” ha reso obbligatorio bandire gare per concedere beni pubblici, nei quali furono inserite le spiagge. La scadenza prevista per il 2023, si legge ancora nella sentenza, non è più rinviabile.

La proroga per le concessioni balneari non andrà oltre dicembre 2023?

La decisione è stata presa, dopo 15 anni di stallo, la proroga per le concessioni balneari non sarà più rinviata. Il termine ultimo è dicembre 2023. A mettere un punto definitivo alla vicenda è la sentenza del Consiglio di Stato emessa oggi, 9 novembre 2021.

Nella sentenza si legge che: “la perdurante assenza di un’organica disciplina nazionale delle concessioni demaniali marittime genera una situazione di grave contrarietà con le regole a tutela della concorrenza imposte dal diritto dell’Ue”.

La pressione europea alla fine ha vinto sulla volontà degli imprenditori turistici e balneari, ma anche su una parte dei rappresentanti politici (senza schiarimenti) che premevano per una risoluzione più accomodante.

Prima della sentenza il rappresentante dell’associazione degli imprenditori turistici e balneari aveva proposto un incontro con il premier Draghi per trovare una soluzione condivisa, Le motivazione sono le stesse da 15 anni, ovvero che nell’inerzia dei Governi che si sono succeduti quello che non è stato detto è stato fatto. Gli imprenditori rivendicano gli investimenti fatti, in nome anche di un futuro per i propri figli.

Stop proroga concessioni balneari: perché è stata presa la decisione?

La situazione italiana, in stallo da 15 anni, era “grave” perché remava contro la tutela del diritto alla concorrenza stabilito dall’Europa. Tra le accuse soprattutto le proroghe automatiche e generalizzate, di cui l’ultima sarebbe dovuta durare addirittura fino al 31 dicembre 2033. Un vero e proprio impedimento per l’ingresso di nuovo operatori, appunto di concorrenza.

Secondo le direttive europee il sistema delle proroghe delle concessioni balneari sarebbe dovuto finire da tempo e in maniera istantanea. La sentenza di oggi invece ha impedito, così si legge, un impatto socio-economico significativo con la decadenza immediata delle concessioni balneari.

Tuttavia l’accortezza fin’ora dimostrata finisce a dicembre 2023 e non un giorno in più. Infatti, sempre nella sentenza, viene descritto:

Dal giorno successivo, tuttavia, non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza.

Concessioni balneari anche agli attuali, ma tramite gara

Nonostante tutto la sentenza non impedisce, una volta indetto un nuovo bando di gara per la concessione balneare, la partecipazione dei concessionari attuali. Bisogna però procedere con calma e domandarsi cosa accadrà una volta giunti nelle vicinanze della scadenza.

Chi ha investito molto rischia di perdere molto. Sul territorio, in particolare nelle zone dove il turismo ha un’importanza strategica, economica e politica, bisognerà vigilare in maniera attenta sull’operato dei bandi di gara.

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