I dieci punti del programma di Mario Draghi annunciati nel discorso al Senato: dalla sanità al lavoro fino alle imprese e alla pandemia, ecco cosa farà il nuovo Governo.
Quale sarà il programma di Mario Draghi? Quali sono le priorità del nuovo Governo?
Dopo aver sciolto la riserva, presentato la lista dei suoi ministri e prestato giuramento, a Mario Draghi adesso non rimane che incassare il voto di fiducia in Parlamento dove i numeri saranno extra large.
Durante il suo intervento al Senato, che poi sarà replicato alla Camera, il nuovo Presidente del Consiglio, dopo una infinita ridda di voci e anticipazioni, ha elencato i principali punti programmatici del suo Governo.
Il programma del governo Draghi avrà così come grande obiettivo la missione della “coesione sociale”: ecco i dieci punti delineati dall’ex governatore, che avranno al centro la gestione dei fondi in arrivo dall’Europa attraverso il Recovery Plan che sarà rivisto e approfondito.
Il programma di Mario Draghi
Il programma del Mario Draghi
Fin da quando il Presidente Sergio Mattarella ha annunciato la sua volontà di affidare un mandato a Mario Draghi, subito c’è stato un susseguirsi di voci e ipotesi sulle azioni del possibile esecutivo.
Il tema più dibattuto è stato senza dubbio quello di una eventuale patrimoniale, ma anche quello del Reddito di Cittadinanza e Quota 100: in tanti cercano di profetizzare quelli che potrebbero essere gli scenari.
Naturalmente Draghi dovrà tenere conto dalle esigenze politiche delle forze che formano la sua maggioranza, ma il Presidente del Consiglio durante il suo intervento al Senato ha già delineato alcuni punti chiave della sua azione di governo: la guida dell’esecutivo sarà infatti ben salda nelle sue mani, anche se l’economista di certo non potrà ignorare gli umori dei partiti.
Recovery Plan
Con la nascita del nuovo esecutivo, il Recovery Plan rimarrà invariato rispetto alla bozza del governo Conte, con i vari programmi che saranno approfonditi e rafforzati in una “strategia trasversale e sinergica basato sul principio dei co-benefici”
“Dovremmo spendere molto di più per la salute - ha dichiarato Draghi lo scorso settembre - perché la pandemia ha evidenziato l’importanza di avere buone strutture di assistenza e un sistema robusto”.
Altra voce molto importante sarà quella dell’innovazione con il completamento della rete a banda larga, lo sviluppo del 5G, dell’Alta Velocità e l’ammodernamento dei servizi della Pubblica Amministrazione.
Lavoro
Per quanto riguarda il lavoro, il programma di Draghi dovrebbe prevedere uno stop per i sussidi a pioggia, con gli incentivi che dovranno essere finalizzati “a creare nuovi lavori e non a salvare i vecchi”.
Per Draghi “in Italia la ripresa non ci sarà prima della fine del 2022, visto che prima pandemia ancora non avevamo recuperato effetti crisi passate”, con le politiche governative che dovranno salvaguardare soprattutto i giovani e le donne, specie al Sud.
Sostegno anche alle banche e più investimenti pubblici, mentre resta da capire adesso come si muoverà il governo a fine marzo, quando scadrà il termine del blocco dei licenziamenti.
Imprese
Nel mondo delle imprese è atteso un giro di vite per le cosiddette aziende “zombie”, ovvero destinate a fallire e tenute in vita soltanto attraverso aiuti esterni, con la “scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento”.
Durante le consultazioni, le Minoranze linguistiche hanno parlato di un impegno di Draghi per “ smettere di erogare contributi a fondo perduto ma finanziare imprese per far riprendere le loro attività una volta superata crisi”.
Rispetto al Conte-bis, il nuovo governo stando al Draghi pensiero dovrà in generale avere più “coraggio”, soprattutto per quanto riguarda le azioni dedicate alla nuove generazioni.
Riforme
Un corposo capitolo del Recovery Plan sarà quello dedicato alle riforme, con il Presidente del Consiglio che durante il discorso a Palazzo Madama ne ha individuate quattro da attuare al più presto.
Le quattro riforme così sarebbero quella della pubblica amministrazione, nell’ottica della lotta alla burocrazia e della maggiore connettività, del fisco con la revisione delle aliquote Irpef preservando la progressività, della giustizia civile come richiesto dall’Europa e infine della concorrenza.
Scuola
Il primo intervento sul fronte della scuola dovrebbe essere quello della revisione del calendario scolastico per recuperare i giorni di didattica a distanza, allungandolo di fatto fino a tutto giugno. Nonostante il parere contrario di docenti e presidi, Draghi sembrerebbe voler insistere su questo tema.
Oltre all’investire negli istituti tecnici sul modello di Francia e Germania, a settembre poi si dovrà mettere mano alla atavica questione in Italia delle cattedre vacanti, ben 10.000 all’inizio di questo anno scolastico un numero considerato troppo elevato da Draghi, mentre per quanto riguarda la ricerca i fondi dovrebbero aumentare pintando soprattutto sull’eccellenza.
Pandemia
Sul fronte della pandemia la volontà è quella di accelerare sul piano vaccini, finora rallentato da tagli e ritardi nelle consegne, arrivando a farne 300.000 al giorno con l’obiettivo che rimane quello di raggiungere al più presto l’immunità di gregge per tornare a una sostanziale normalità.
Si cercherà così di rendere più efficiente la logistica per favorire la distribuzione, rafforzando al tempo stesso il presidio sull’approvvigionamento e mettendo in campo anche la Protezione Civile e le Forze Armate “non limitando le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, ma in tutte strutture disponibili pubbliche e private come per i tamponi”.
Ambiente
Considerando che nel Recovery Plan il 37% della spesa dovrà essere per la transizione ecologica, una torta pari a circa 77 miliardi, si capisce perché l’ambiente sarà il “tema centrale e catalizzatore tutte altre aree di sviluppo economico”.
L’idea sarebbe quella di coniugare la sostenibilità ambientale a un piano di investimenti importante, con lo sblocco di cantieri fermi e anche la realizzazione di grandi opere e infrastrutture.
Politica estera
Altro punto fermo sarà quello, ca va sans dire, del forte europeismo e atlantismo di questo nuovo esecutivo targato Draghi, un concetto questo ripetuto anche al Senato con tanto di tirata di orecchie a Matteo Salvini sulla irreversibilitò della scelta dell’Euro.
Ci dovrà essere un dialogo con la Russia ma c’è preoccupazione per la violazione diritti dei cittadini, mentre i rapporti con il nuovo corso Biden negli Stati Uniti dovranno essere rinsaldati per far tornare a essere il nostro Paese uno dei protagonisti della scena mondiale.
Investimenti pubblici
Grazie ai 209 miliardi previsti dal Recovery Fund, l’Italia potrà così tornare a spendere con il nuovo Presidente del Consiglio che avrebbe in mente una massiccia campagna di investimenti pubblici.
Sempre mantenendo al centro la sostenibilità ambientale, nel Recovery Plan potrebbe così aumentare la fetta destinata agli investimenti che saranno organizzati in una sorta di cronoprogramma per tenere sotto osservazione i tempi di realizzazione.
Fisco
Una delle tre riforme urgenti annunciate da Draghi ai partiti riguarda proprio il fisco, visto anche il pressing da parte dell’Unione Europea che da tempo chiede all’Italia di mettere mano al sistema fiscale.
La parola d’ordine sarà quindi semplificazione scongiurando un aumento delle tasse, con la revisione delle aliquote Irpef sempre mantenendo la progressività. La volontà così sarebbe quello di ridurre le imposte per i redditi sotto i 40.000 euro, con il minor gettito che potrebbe essere compensato da un aumento delle imposte sulle rendite mentre è stata bocciata l’ipotesi di una Flat Tax.
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