Professionisti e Cassa integrazione in deroga: la loro esclusione può provocare una discriminazione. E’ ciò che ha sentenziato il Consiglio di Stato, ritenendo fondato il ricorso presentato da Confprofessioni in merito. Tutto sospeso, e la palla passa al Tar del Lazio.
Professionisti e Cassa integrazione in deroga, la decisione, da parte del Governo, di escluderli costituisce una discriminazione. E’ quando stabilito dal Consiglio di Stato, a cui ha rivolto un apposito ricorso Confprofessioni, ottenendo di fatto una sospensione di quanto sancito dal dm del 1 agosto 2014, che riordinava la complessa materia degli ammortizzatori sociali in deroga nel nostro Paese.
Professionisti esclusi dalla Cassa integrazione: perché?
La vicenda è nota ormai da anni: se nel 2011 l’allora Governo Berlusconi decise di riconoscere anche agli studi professionali l’accesso alla mobilità in deroga, sulla base di una sentenza della Corte di giustizia Ue, il nuovo regolamento sugli ammortizzatori sociali emanato dall’esecutivo di Matteo Renzi ha cambiato profondamente le cose. In pratica, si è stabilito che queste misure spettino esclusivamente alle imprese (secondo l’articolo 2082 del codice civile), e ciò nonostante il parere contrario della conferenza Stato-Regioni e della Commissione Lavoro della Camera dei deputati.
La palla passa al Tar del Lazio
Confprofessioni, da parte sua, esprime comprensibile soddisfazione, dopo una battaglia dalle tappe non facili. Il medesimo ricorso, rivolto al Tar del Lazio, non aveva trovato accoglimento: il tribunale amministrativo laziale non aveva ritenuto di dover procedere con la sospensiva del decreto. Al contrario, il Consiglio di Stato ha riscontrato la possibilità di una discriminazione nei confronti della categoria dei liberi professionisti, e ha invitato i giudici amministrativi ad affrontare la questione.
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