IPO Enav al via, i dettagli: sarà un flop? Incassi Mef colpiti da Brexit

Antonio Atte

11/07/2016

Privatizzazione Enav: nonostante la Brexit, oggi parte l’Ipo della società che gestisce il traffico aereo civile in Italia. Sottoscrizioni aperte fino al 21 luglio.

IPO Enav al via, i dettagli: sarà un flop? Incassi Mef colpiti da Brexit

Privatizzazione Enav: l’IPO sarà un flop? Dopo il via libera della Consob al prospetto sulla quotazione Enav, parte oggi l’IPO dell’azienda che gestisce il traffico aereo civile in Italia, con sottoscrizioni aperte fino al 20 luglio per quanto riguarda i dipendenti del Gruppo residenti in Italia.

L’offerta rivolta al pubblico indistinto e ai clienti istituzionali, invece, scadrà il 21 luglio. Il debutto in Borsa è previsto per il 26 luglio.

Le azioni Enav (almeno 23 milioni) saranno suddivise in questo modo: circa il 10% arà destinato al pubblico italiano e ai dipendenti dell’azienda; il restante 90% dell’offerta è rivolto a investitori istituzionali, sia italiani che stranieri.

L’obiettivo è cedere il 42,5% del capitale fino a un massimo del 46,6% in caso di esercizio della greenshoe - ovvero l’opzione che consente all’emittente di aumentare la dimensione dell’offerta - per un totale di 252,6 milioni di azioni.

IPO Enav: prezzo azioni compreso fra 2,90 e 3,50 euro

Le azioni Enav saranno offerte a un prezzo che oscilla fra i 2,90 (minimo non vincolante) e i 3,50 euro (massimo vincolante per la sola Offerta Pubblica) per azione. La società è dunque valutata complessivamente in una forchetta compresa tra 1,571 miliardi (minimo non vincolante) e un massimo di 1,896 miliardi.

IPO Enav: Mef incassa di meno con Brexit

Il Ministero dell’Economia attualmente è socio al 100% di Enav e dopo l’operazione che ha traghettato Poste Italiane a Piazza Affari intende mettere a segno un’altra importante privatizzazione, in modo da reperire ulteriori fondi da destinare alla riduzione del debito pubblico monstre italiano.

Nonostante la volatilità dei mercati scatenata dagli effetti della Brexit e le difficoltà del settore bancario italiano, il Tesoro va avanti con l’Ipo di Enav. Ma le previsioni d’incasso sono state riviste al ribasso dopo il referendum che ha sancito l’uscita del Regno Unito dalla Ue.

Con la cessione del 42,5% il Mef aveva previsto di racimolare 765-935 milioni ma dopo la Brexit le stime sono scese a 667-805 milioni. Piazzando il 46,6%, invece, grazie alla privatizzazione Enav il Ministero potrebbe incassare capitali compresi fra i 732 e 883 milioni: comunque meno dei 839 milioni-1 miliardo calcolati prima del voto britannico.

Privatizzazione Enav: M5S prevede “danni incalcolabili”

L’operazione ha destato non poche perplessità nel mondo politico. Il M5S, attraverso il deputato Paolo Romano (che ha presentato un esposto alla Corte dei Conti), ha severamente bocciato il progetto di privatizzazione Enav:

Con queste cifre si tratta di un vero e proprio flop con danni incalcolabili per gli stessi equilibri aziendali considerando che a malapena queste risorse potrebbero coprire l’assurda politica di dividenti decisa lo scorso giugno.

Per l’esercizio 2016, infatti, l’Enav propone di staccare una maxi-cedola da 95 milioni (mettendo mano alle riserve e non agli utili) allo scopo di ingolosire gli investitori. Mentre per gli esercizi successivi la società pensa a una distribuzione di una percentuale non inferiore all’80% del flusso di cassa normalizzato.

IPO Enav: l’esempio di Ferrari e Technogym

Un’indicazione sulla strada da seguire per Enav potrebbe arrivare da Ferrari e Technogym, le due società che quest’anno hanno debuttato a Piazza Affari.

Nel primo caso la quotazione si è rivelata un flop: l’azienda automobilistica è sbarcata in Borsa a 43 euro per azione: oggi, dopo appena 6 mesi, siamo sotto i 38 euro.

Discorso diverso per Technogym, che è stata prezzata al minimo e da 3,25 euro per azione oggi viaggia a 3,84 euro.

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