Prezzo petrolio: quali rischi con una maggiore volatilità?

Violetta Silvestri

7 Luglio 2021 - 15:52

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Il prezzo del petrolio continua a essere osservato speciale dopo la sorpresa dello stallo OPEC+: cosa aspettarsi sul greggio? La parola chiave sembra essere volatilità.

Prezzo petrolio: quali rischi con una maggiore volatilità?

Il prezzo del petrolio aumenta, recuperando alcune delle perdite del giorno precedente e mostrando che c’è molta volatilità dopo l’impasse OPEC+.

Alle ore 14.54 circa, la quotazione Brent guadagna lo 0,55% e raggiunge i $ 74,94 mentre i future WTI scambiano a $ 73,72 al barile con un rialzo dello 0,48%.

ll disaccordo all’interno dei Paesi produttori potrebbe innescare un periodo molto altalenante per il greggio, con prezzi che possono balzare per mancanza di nuova offerta o scendere improvvisamente se i singoli Stati membri OPEC decidono di rilasciare l’oro nero in modo indipendente.

La volatilità, al momento, sembra la prospettiva più plausibile per il prezzo del petrolio nel breve-medio termine: la situazione e cosa aspettarsi.

Prezzo del petrolio: che succede con lo stallo OPEC

In attesa che il disaccordo all’interno dei Paesi produttori si attenui, e che la tensione tra Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita riesca a raffreddarsi, il petrolio avanza.

Nel dettaglio, i prezzi del greggio inizialmente sono saliti a un massimo di sei anni dopo la notizia che l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio e i suoi alleati hanno concluso la loro riunione lunedì senza alcuna azione e senza una nuova data di riunione.

Un piano proposto da OPEC, Russia e altri per riportare sul mercato 400.000 barili al giorno è stato ostacolato da no secco degli Emirati Arabi Uniti, che hanno cercato di aumentare la loro produzione di base da 3,1 milioni di barili al giorno a 3,8 milioni di barili, e questo è stato il punto critico con l’Arabia Saudita.

Dopo tre giorni di incontri, c’era anche un altro tema spinoso: l’estensione del piano fino alla fine del 2022, a cui si sono opposti gli Emirati Arabi Uniti. Senza un accordo, 5,8 milioni di barili al giorno, tagliati dalla produzione lo scorso anno, rimarranno fuori mercato anche con l’aumento della domanda.

Per cercare di sbloccare una situazione che rischia di diventare incandescente, i funzionari dell’amministrazione Biden sono intervenuti con i due Stati in conflitto per raggiungere un accordo e arginare l’aumento dei prezzi del greggio.

Gli Stati Uniti sperano che i colloqui portino a un compromesso che “promuoverà l’accesso a un’energia economica e affidabile”, hanno affermato dalla Casa Bianca. L’impatto dei colloqui sui prezzi del gas negli Stati Uniti è di grande interesse per Biden.

Cosa accadrà con un prezzo del petrolio volatile?

La volatilità sembra essere la direzione del prezzo del greggio in questo momento, con un alone di incertezza che non rassicura affatto gli investitori.

Analisti ed esperti si interrogano sul prossimo futuro. John Kilduff, partner di Again Capital, ha affermato che la soglia di 85-90 dollari al barile potrebbe diventare il limite massimo sopportabile. “Vedrai più petrolio prodotto....La Russia guiderà la carica...Potrebbe diventare un libero per tutti” secondo l’esperto, ovvero un andare a pompare senza accordo.

Alcuni si aspettavano già picchi del prezzo del petrolio nella fascia dei 100 dollari al barile nel corso del prossimo anno. La faida tra l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti apre una nuova fessura nell’OPEC, che ora significa che anche il greggio potrebbe affondare se i membri decidessero di aprire i rubinetti.

Quel che appare quasi certo è che allargamento delle faglie tra i due alleati del Golfo potrebbe indurre i membri del cartello a pompare in modo unilaterale, rischiando un tutti contro tutti che potrebbe far crollare i prezzi.

Da segnalare, inoltre, che senza un nuovo accordo l’offerta probabilmente rimarrà costante ad agosto, stringendo ulteriormente il mercato proprio quando la domanda si sta impennando.

Intanto, Saudi Aramco ha aumentato il prezzo ufficiale di vendita di Arab Light Crude di 80 centesimi al barile a 2,70 dollari al di sopra del benchmark regionale per l’Asia. Questo è il più grande guadagno mensile da gennaio e suggerisce che il gigante petrolifero non aumenterà l’offerta il prossimo mese.

La volatilità del greggio aumenta incertezza nel quadro della ripresa economica globale.

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