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Prezzo del petrolio: le previsioni 2018
martedì 2 gennaio 2018, di
Quali previsioni per il 2018 sul prezzo del petrolio, dopo la chiusura ai massimi record dell’anno appena passato?
Il petrolio sta godendo di un momento rialzista: i tagli alla produzione dell’OPEC, uniti al miglioramento della domanda a livello mondiale, sostengono il mercato.
Il 2018, tuttavia, rimane tutta un’altra storia.
Lo scorso martedì, il prezzo del greggio WTI è salito ai livelli più alti visti l’ultima volta a metà del 2015 e ha superato la resistenza di 60 dollari al barile subito prima che si stabilizzasse, mentre un’esplosione in un oleodotto in Libia ha provocato la perdita di circa 90.000 barili di greggio.
Guardando al futuro, la visione ottimistica dell’OPEC presuppone che i tagli alla produzione rimarranno in vigore e che la saturazione dell’offerta mondiale verrà finalmente eliminata dal mercato. Ma questa previsione per il 2018 presenta alcuni problemi.
Per iniziare, l’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) avverte del potenziale per lo shale oil statunitense di continuare ad assorbire quote di mercato, dipingendo per il prezzo del petrolio uno scenario tutt’altro che ideale. Nonostante occorra essere cauti nelle nostre prospettive, è possibile prevedere due macro-fasi nel 2018 per il prezzo del petrolio.
Prezzo del petrolio: le previsioni per la prima metà del 2018
Nella prima metà del 2018, la view rimane abbastanza rialzisti. L’Arabia Saudita continua a segnalare la sua intenzione di privatizzare parte di Saudi Aramco, la società petrolifera statale, con un’offerta pubblica iniziale prevista per la fine del 2018.
Per questo motivo i sauditi saranno piuttosto motivati a mantenere il prezzo del petrolio almeno ai livelli attuali. Il rischio per tali prospettive potrebbe verificarsi qualora la Russia smettesse di collaborare al taglio dell’output petrolifero.
Prezzo del petrolio: le previsioni per la seconda metà del 2018
Esistono dei fattori per cui il petrolio potrebbe stabilizzarsi ai livelli attuali verso la fine del 2018, probabilmente nel range tra $58 e $61 al barile per il Brent.
In primo luogo, se e quando avverrà l’IPO dell’Arabia Saudita, i sauditi dovranno occuparsi delle proprie finanze pubbliche. I tagli alla produzione hanno creato un buco nei loro budget, e hanno dovuto ricorrere alle riserve. Trattasi palesemente di una posizione fiscalmente instabile, con cui l’Arabia Saudita prima o poi dovrà fare i conti.
In secondo luogo, anche se la produzione di shale oil negli Stati Uniti sembra rallentare, la spinta a conquistare delle quote di mercato e finanziare nuove trivellazioni nel 2018 ai prezzi correnti è alta. Una volta che il regno ricco di petrolio dirà basta al taglio di produzione, il mercato sarà schiacciato da un eccesso di offerta ancora una volta.
Un crollo importante per il prezzo del petrolio non è incluso nelle previsioni più diffuse per il 2018, perché la domanda continuerà a migliorare lentamente nel corso dell’anno e dovrebbe confermarsi ampiamente favorevole.
Ci aspettiamo un 2018 in definitiva piatto per il prezzo del petrolio, con un target medio di fine anno a quota $59 al barile per la quotazione del Brent.