Pos obbligatorio per professionisti e commercianti, continua la querelle sull’imposizione nata per volontà del decreto Crescita bis. Alla Camera, infatti, si parla di un possibile rinvio dal 2014 al 2015, vediamo insieme perché e quante speranze ci sono.
Pos obbligatorio per professionisti e commercianti, torniamo a parlarne anche oggi per rendervi conto del dibattito parlamentare in merito. Il teatro è sempre quello della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, tutta impegnata in questi giorni nell’esame degli emendamenti presentati alla legge di Stabilità. Le proposte emendative, infatti, altro non sono che suggerimenti di modifica a normative già esistenti e che, una volta superato lo scoglio del giudizio di ammissibilità, vengono sottoposte a regolare votazione.
Gli emendamenti presentati alla Legge di Stabilità
Se già ieri vi avevamo parlato dell’emendamento proposto dalla Rete delle Professioni Tecniche, associazione alla quale aderiscono le professioni dell’area tecnica e scientifica (come architetti, ingegneri, geometri, geologi e periti industriali) - che si pone l’obiettivo di abrogare del tutto l’obbligo del Pos per i professionisti o, quantomeno, di porvi importanti limitazioni - oggi vi segnaliamo una proposta di pura iniziativa parlamentare.
Rinvio al 2015 dell’obbligo di Pos?
Nello specifico, al vaglio della Commissione Bilancio, è finita una proposta di Scelta Civica, componente dell’attuale maggioranza di Governo, che dispone proprio il rinvio al 2015 dell’obbligo per i liberi professionisti di dotarsi di dispositivi Pos. L’attuale scadenza, infatti, come stabilito dal decreto Crescita bis, è più che mai prossima: il 1 gennaio 2014. Troppo presto, secondo molti, anche a causa della mancanza degli appositi decreti attuativi da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze e di quello dello Sviluppo Economico. Dettaglio non da poco: senza di essi, infatti, le misure contenute nel decreto voluto dall’ex Governo Monti sono più che mai nebulose: ad esempio manca qualsiasi tipo di indicazione su eventuali importi minimi sotto i quali non è necessario il pagamento tramite carta di debito. Ricordiamo, infatti, che l’imposizione del Pos riguarderebbe tutti coloro che operano in ambito commerciale e professionale, senza – al momento – alcuna distinzione per chi registra volumi d’affari anche minimi. Nella giusta e meritoria opera di incentivazione alla diffusione dei pagamenti elettronici, volta a limitare l’uso del contante, al fine di contrastare la dilagante evasione fiscale, non si deve rischiare di incappare in eccessi di rigore: impensabile imporre, da qui a 20 giorni l’obbligo per il piccolo commerciante – per fare un esempio - di accettare pagamenti con bancomat anche per una scatoletta di cibo per gatti che può costare persino meno di un euro.
La posizione di Scelta Civica
Di questo avviso sembra essere anche Scelta Civica, che, per bocca del vicepresidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Enrico Zanetti, ha illustrato una loro proposta emendativa che chiede semplicemente un rinvio di questo tanto contestato obbligo, in modo che si dia il tempo ai ministeri competenti di emanare le apposite disposizioni attuative. L’obiettivo di questo emendamento non è quindi quello di entrare nel merito di una misura voluta proprio dal Governo dall’ex leader di Scelta Civica, Mario Monti, ma di prorogarne l’avvio in modo da scongiurare i possibili effetti negativi legati a un’inaugurazione ancora carica di incognite.
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