In attesa dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, attenzione puntata sui fondi da reperire per il risanamento del polo siderurgico
Tenutasi nel pomeriggio di ieri una riunione a Palazzo Chigi per monitorare il Piano Industriale dell’Ilva di Taranto, alla presenza dei commissari per il siderurgico Enrico Bondi e Edo Ronchi. Dopo l’ok della Corte dei Conti si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Piano Ambientale, in base al quale potrebbero essere decise le prossime, determinanti, azioni sul futuro del più grande stabilimento siderurgico d’Europa.
Il salvataggio del colosso italiano della metallurgia sembra subordinato al reperimento di nuovi capitali da investire, proprio a tal fine, il commissario per il siderurgico Enrico Bondi sembra intenzionato a chiedere un aumento di capitale alla famiglia Riva i cui beni sono ancora bloccati dalla magistratura. Proprio per questo, lo stesso Bondi punterà, con ogni probabilità a chiedere ai giudici lo sblocco di 1,9 miliardi, sequestrati precedentemente nell’ambito delle indagini in cui i Riva sono implicati, per reati non ambientali. Nel caso in cui la magistratura dovesse negare lo sblocco dei capitali, dovrebbe comunque essere accertata la disponibilità degli stessi Riva che, secondo fonti a loro vicine, non sembrano essere interessate a questa soluzione.
Altra strada per garantire l’aumento di capitale potrebbe essere quella del ricorso a investitori finanziari o industriali differenti. A tal proposito Bondi ha sondato la disponibilità dei principali istituti bancari italiani, come Intesa San Paolo, Banco Popolare e Banco Popolare che, tuttavia, attendono il Piano Industriale per valutare attentamente le prospettive di risanamento dell’azienda e le garanzie offerte a fronte di un prestito che si dovrebbe aggirare intorno a un terzo dell’intera cifra necessaria. In questo caso però, Enrico Bondi, potrebbe avere vita più facile, grazie ai suoi trascorsi di risanatore, prima alla Parmalat e, poi, nelle schiere del Governo Monti. Rimane, inoltre, ancora da chiarire l’interesse di Arcelor-Mittal, gruppo di rilevanza mondiale nel settore del siderurgico e dell’acciaio, sullo stabilimento tarantino.
L’attenzione del Governo è stata ieri focalizzata sui 4 miliardi da stanziare nei prossimi cinque anni per gli interventi previsti dall’Autorizzazione Integrata Ambientale, in fase di pubblicazione, come anche per gli interventi di sviluppo tecnologico e per la messa in sicurezza degli impianti.
Sul fronte sindacale, invece, ieri è stato chiuso un nuovo accordo tra i vertici aziendali e le maestranze dei lavoratori. Solo un migliaio di dipendenti si salveranno dalla scure dei contratti di solidarietà, avviati dallo scorso Marzo 2013, con validità biennale prolungabile. I lavoratori potenzialmente coinvolti in questa misura crescono da 9.000 a 10.240 unità mentre diminuisce il tetto giornaliero di lavoratori assoggettati al provvedimento. Da ieri, inoltre, 2.000 dipendenti sono in solidarietà di un’ora, ma anche questo numero potrebbe crescere. Individuati anche circa 200 lavoratori anziani che potrebbero essere coinvolti in misure di mobilità, favorite da un bonus in busta paga.
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