Sono molte all’interno dei partiti le resistenze in merito a una elezione di Mario Draghi a Presidente della Repubblica: in questo scenario, il capo del Governo potrebbe anche dimettersi dopo il voto.
Sarà Mario Draghi il prossimo Presidente della Repubblica? Se prima delle inizio delle operazioni di voto l’ex numero uno della BCE sembrava essere il grande favorito per il Quirinale, adesso le sue quotazioni sarebbero in netto calo.
Non che l’attuale Presidente del Consiglio sia fuori dai giochi, ma stando agli immancabili rumors di Palazzo ci sarebbero non poche resistenze all’interno dei principali partiti in merito a un possibile trasloco di Draghi da Palazzo Chigi al Colle.
Tutto si deciderà a partire da domani, visto che dalla quarta tornata in poi per eleggere il Presidente della Repubblica basterà la maggioranza assoluta di 505 voti. Nel frattempo in questa terza votazione ci sarà un’altra valanga di schede bianche.
Da giorni Mario Draghi si è trincerato in una sorta di silenzio istituzionale. Non sarebbero mancati però diversi colloqui telefonici con i vari leader di partito, specie con quel Matteo Salvini che sta svolgendo il ruolo di mazziere in questa machiavellica partita per il Colle.
Dopo essere stato invocato un anno fa come il salvatore della patria, Draghi paradossalmente adesso sembrerebbe rischiare di fare la fine di Kunt, l’alieno protagonista dell’opera Un marziano a Roma di Flaiano che, dopo essere stato sedotto dalla Dolce Vita capitolina, ben presto viene abbandonato fino alla decisione di ripartire dalla Terra.
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Mario Draghi: chi non lo vuole Presidente della Repubblica
Se all’estero il Financial Times e Bloomberg hanno augurato per l’Italia l’elezione di Mario Draghi a Presidente della Repubblica, tra i nostri partiti questa convinzione sembrerebbe essere molto più flebile.
L’unico leader che non ha mai nascosto un gradimento per una ascesa al Colle da parte del capo del Governo è Matteo Renzi, mentre per Carlo Calenda “Draghi deve rimanere a Palazzo Chigi”.
Tra i moderati spicca la posizione contraria da parte di Forza Italia: al momento del suo passo indietro, Silvio Berlusconi ha specificato che Mario Draghi deve restare alla guida del Governo.
Appaiono spaccati invece Lega, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Nel Carroccio Giancarlo Giorgetti sarebbe un grande sponsor di Mario Draghi al Quirinale, ma Matteo Salvini ha ben altri piani oltre al fatto che molti leghisti non voterebbero mai per l’ex presidente della BCE.
Stessa musica nel PD e tra i 5 Stelle. Enrico Letta e Luigi Di Maio potrebbero considerare un voto per Mario Draghi, ma a essere più freddi a riguardo sono rispettivamente Dario Franceschini e Giuseppe Conte.
I motivi di questo ostracismo sono diversi. Eleggere Mario Draghi come Presidente della Repubblica significherebbe commissariare de facto la nostra politica per i prossimi sette anni. Una prospettiva questa che non sembrerebbe piacere molto a Matteo Salvini.
Ci sono poi quei ministri che temono di non essere riconfermati in caso di un rimpasto di governo, oltre a tutti quei peones che rabbrividiscono solo al pensiero di un rischio di elezioni anticipate.
Mario Draghi però potrebbe non restare a Palazzo Chigi anche in caso di una sua mancata elezione al Colle: se il prossimo Presidente della Repubblica sarà votato da una maggioranza diversa da quella che al momento sostiene il Governo, l’attuale Presidente del Consiglio potrebbe dimettersi visto che il suo esecutivo sarebbe destinato a finire lungo un binario morto.
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