Perché non c’è più il Corpo Forestale? La scelta del governo Renzi

Alessandro Cipolla

13/08/2021

13/08/2021 - 09:52

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Con gli incendi che stanno devastando l’Italia si riaccende la polemica sulla decisione, da parte del governo Renzi, di sciogliere il Corpo Forestale ora assorbito nell’Arma dei Carabinieri.

Perché non c’è più il Corpo Forestale? La scelta del governo Renzi

L’Italia brucia devastata dagli incendi e la domanda sorge spontanea: perché è stato sciolto il Corpo Forestale e quali sono stati gli effetti di questa decisione presa dal Governo all’epoca guidato da Matteo Renzi?

Al momento ci sono tre Regioni alle prese con decine di roghi (Sardegna, Sicilia e soprattutto la Calabria), tanto che Mario Draghi ha già annunciato un piano di “ristori per le persone e le imprese colpite, insieme con un piano straordinario di rimboschimento messa in sicurezza del territorio”.

Impossibile al momento fare una stima dei danni così come stabilire le cause dei tanti incendi ancora attivi: il gran caldo di certo sta giocando un ruolo importante, ma non sono pochi quelli che parlano chiaramente di un disegno criminale dietro i roghi e di una mancanza di gestione attiva dei territori.

C’è però un dato divulgato da La Stampa che sta facendo molto discutere: da quando non c’è più il Corpo Forestale sciolto dal governo Renzi per una logica di spending review, in Italia gli incendi sono aumentati del 600%.

Il Corpo Forestale e la scelta del governo Renzi

In Italia il Corpo Forestale è stato istituito nel lontano 1822, venendo abolito durante il ventennio fascista per essere poi rifondato una volta finita la guerra. Da sempre i suoi compiti sono stati quelli della difesa del patrimonio agroforestale italiano, del controllo della filiera agroalimentare e della tutela ambientale e paesaggistica.

A sancire la fine del Corpo Forestale è stata la riforma Madia sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, presentata nel 2015 dall’allora governo Renzi e poi entrata in vigore ufficialmente il 13 settembre 2016.

Con la riforma il Corpo è stato sciolto e gran parte dei forestali (in tutto poco meno di 8.000 unità) sono stati assorbiti dall’Arma dei Carabinieri, passando così da uno status civile a quello militare, mentre gli specializzati nei servizi antincendio sono stati assegnati ai Vigili del Fuoco.

Dopo la decisione presa dall’esecutivo guidato da Matteo Renzi, non sono mancate le proteste e i ricorsi ma nell’aprile 2019 la Corte Costituzionale si è pronunciata dichiarando legittimo lo scioglimento.

Il motivo della soppressione del Corpo Forestale è da ricercare nella logica della spending review: l’obiettivo era quello di risparmiare circa 100 milioni in tre anni, anche se a oggi l’assorbimento nell’Arma dei Carabinieri non sembrerebbe aver apportato dei benefici economici alle casse statali.

Adesso che l’Italia brucia devastata dagli incendi, dall’inizio dell’anno sono andati in fumo più di 100.000 ettari di terreno con il nostro Paese maglia nera in Europa, soprattutto sui social in molti stanno rinfacciando a Matteo Renzi l’errore di aver sciolto il Corpo Forestale.

Al momento in Parlamento ci sono tre proposte di legge per la ricostruzione di un nuova polizia ambientale civile, con questa emergenza incendi che potrebbe accelerare l’iter.

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