Pensioni, ultime novità: sì a flessibilità e assegno prepensionistico?

Fiammetta Rubini

24 Marzo 2016 - 16:52

La Corte dei Conti esprime preoccupazioni per il sistema pensionistico, ma rassicura: non ci saranno tagli sulle pensioni di reversibilità. Intanto si continua a discutere di flessibilità. Ci sarà un assegno prepensionistico?

Pensioni, ultime novità: sì a flessibilità e assegno prepensionistico?

Le ultime novità sul fronte pensioni giungono dalle dichiarazioni della Corte dei Conti, che si è detta preoccupata per il sistema pensionistico, nonostante le previsioni a lungo termine per quel che riguarda le prestazioni sociali e la spesa pensionistica segnino un andamento positivo.

La Corte dei Conti ha affermato che il sistema pensionistico in Italia, attualmente disciplinato dalla legge Monti- Fornero, riuscirà a stare in equilibrio solo a patto che il Paese “torni da subito, anche se gradualmente, su un sentiero di crescita moderata”.

Alcuni elementi del sistema pensionistico destano, però, ancora preoccupazioni: le pensioni dei lavoratori “poveri”, ovvero quel 20% di pensionati, per lo più donne e precari, che ricevono meno di 750€ al mese; la flessibilità in uscita e la sostenibilità finanziaria e sociale.

Il vice ministro all’Economia Enrico Zanetti, ha rassicurato in merito alla Legge Fornero:

“Sul versante delle pensioni non siamo in grado di garantire marce indietro generalizzate da quello che è il quadro esistente. Ma siamo in grado di garantire che nessun altro tipo di intervento di sacrificio sarà necessario”.

Posizione rassicurante anche per quel che riguarda le pensioni di reversibilità:

“Non siamo in grado di dire che tutti avranno qualcosa di più. Ma siamo in grado di garantire che nessuno avrà qualcosa di meno”.

L’uscita anticipata è una strada percorribile

Nel frattempo prosegue il confronto politico e parlamentare sui ddl legati alla riforma pensioni e in particolare sulle varie proposte di flessibilità in uscita, come quella di Cesare Damiano e quella del presidente dell’Inps Tito Boeri.

Sulla questione si è espresso l’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu, il quale ha evidenziato che la proposta di Damiano è una “strada percorribile”. Si tratta, infatti, di un provvedimento “costoso” nell’immediato, ma che nel lungo termine consentirebbe un notevole risparmio allo Stato. In realtà questa forma di flessibilità conviene più al lavoratore che allo Stato, mentre la proposta di Boeri (un taglio all’assegno pari al 3% per ogni anno precedente ai 66 anni) è ritenuto più sostenibile.

La proposta di Boeri farebbe felici i lavoratori che possono godere del pensionamento anticipato e consentirebbe la creazione di tantissimi posti di lavoro per i giovani, sia nel pubblico che nel privato.

Secondo i sindacati, e in particolare la Uil, invece, la proposta del presidente dell’Inps è troppo severa, poiché comporterebbe un taglio superiore a 100€ al mese anche sugli assegni di chi ha una pensione bassa, intorno ai 1000-1200€ mensili.

Treu ha ribadito ancora che sono necessarie modifiche non solo sull’anticipo con cui si può andare in pensione, ma anche sul part time e sulle mini pensioni, così da lasciare al lavoratore la possibilità di scegliere l’opzione migliore per il suo futuro.

La proposta di un assegno prepensionistico

Intanto il Governo viene interrogato sulla possibilità di introdurre l’assegno pensionistico anticipato entro la fine del 2016, quando scadrà l’indennità di mobilità per migliaia di lavoratori sopra i 55 anni.

A sollevare la questione è stata la Senatrice della Lega Nord Emanuela Munerato, che ha fatto presente al Ministro del Lavoro Poletti la volontà del Governo di trovare una soluzione strutturale per coloro che hanno perso il lavoro ma non sono ancora in età di pensione.

Finora sono state adottate diverse misure importanti, che però hanno escluso qualcuno. Tra le soluzioni prospettate all’epoca vi era l’introduzione dell’APA, un assegno prepensionistico anticipato che avrebbe rappresentato una soluzione non solo al problema degli esodati ma anche per chi ha perso il lavoro e non può più godere degli ammortizzatori sociali.

Si ripresenta oggi, quindi, l’opzione APA, che potrebbe essere percepito in via sperimentale fino a fine 2017 dai lavoratori privati fino all’ottenimento dei requisiti per il diritto alla pensione di vecchiaia. Ma il progetto resta, ad ora, solo un’ipotesi giacché il Governo non ha dato risposte in merito.

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