Pensioni, novità: il Ministro Padoan pensa al prestito previdenziale per risolvere il problema dei disoccupati involontari over 55. Cos’è e chi potrà richiederlo?
Pensioni, ultime notizie: in arrivo il prestito previdenziale per gli over 55?
Continua il dibattito sulla riforma delle pensioni, specialmente riguardo ai progetti sulla flessibilità in uscita. Infatti, come abbiamo sottolineato più di una volta, i progetti di riforma delle pensioni messi a punto da Cesare Damiano e da Tito Boeri difficilmente saranno realizzati, in quanto non rispettano i vincoli dei costi e del bilancio. Quindi, sarà necessario trovare delle soluzioni alternative e anche dal Tesoro ne sono consapevoli.
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Infatti, nella giornata di ieri il Ministro dell’Economia Padoan è tornato a parlare della riforma delle pensioni e durante l’incontro con i deputati e i senatori delle commissioni Bilancio ha manifestato la sua disponibilità a “ragionare sia sugli strumenti che sugli incentivi e sui legami tra sistema pensionistico e mercato del lavoro”.
Nel dettaglio, Padoan si è soffermato sulla flessibilità e sulla pensione anticipata, dichiarando che l’esecutivo sta valutando la fattibilità di eventuali interventi senza trascurare naturalmente la “sostenibilità finanziaria e il corretto equilibrio nei rapporti tra generazioni”.
Qual è la soluzione che sta esaminando l’Esecutivo? Al momento, tra le ipotesi più accreditata c’è quella del prestito previdenziale per le pensioni anticipate. In cosa consiste? Vediamolo di seguito.
Pensioni, ultime novità: cos’è il prestito previdenziale?
Il prestito previdenziale non è una novità dell’ultima ora. Infatti, già da tempo il PD ha depositato due progetti di legge in Parlamento riguardanti il prestito pensionistico per gli over 55.
Nel dettaglio, grazie al prestito previdenziale si potrà andare in pensione con tre anni di anticipo e un assegno mensile pari a circa 850€. Tuttavia, una volta che il contribuente avrà maturato i requisiti per andare in pensione, dovrà restituire il prestito-ponte in rate ventennali. Tale importo non sarà restituito interamente, ma solo per i 2/3, poiché la parte restante sarà pagata dallo Stato a titolo di sostegno al rimborso.
Per poter richiedere il prestito pensionistico saranno necessari alcuni requisiti:
- essere disoccupati;
- non essere titolari di un trattamento pensionistico diretto, di un assegno straordinario per il sostegno del reddito o di un assegno di invalidità;
- avere titolo, una volta maturato il diritto alla pensione, di un assegno previdenziale di importo non inferiore a circa 1000€ lordi.
Pensioni, ultime notizie: chi concederà il prestito previdenziale?
Difficilmente questa operazione verrà finanziata dall’INPS, poiché graverebbe troppo sul debito pubblico. Quindi, con ogni probabilità saranno le banche ad avere un ruolo centrale nell’operazione.
Infatti, come confermato da uno dei firmatari della proposta, il senatore PD Carlo Santini, un’operazione del genere costerà “qualche centinaio di milioni” e risolverà quasi del tutto il “problema dei disoccupati involontari di lunga durata over 55”. Santini, però, ha aggiunto che difficilmente dall’Unione Europea arriverà il via libera sul ruolo delle banche in questa operazione, pur giudicando “importante l’apertura di Padoan”.
Il prestito previdenziale, inoltre, potrebbe essere esteso a tutti, così da favorire il ricambio nel mercato del lavoro tra giovani e anziani. In questo caso naturalmente i costi sarebbero maggiori, ma secondo la deputata PD della Commissione Lavoro, Marialuisa Gnecchi, sarebbero sostenibili:
“Con le ultime riforme di qui al 2050 risparmieremo ben 60 punti di Pil, ovvero 900 miliardi di euro, e non credo che sia un grosso problema spalmarli al 2080.”
Pensioni, ultime notizie: le banche finanzieranno il part-time agevolato?
Se dall’Unione Europea arriverà il via libera sulla fattibilità dell’operazione, si potrebbe pensare ad un ruolo centrale delle banche anche per il part-time agevolato.
Questo strumento consente ai lavoratori del settore privato di lavorare part-time nei tre anni che precedono la pensione, senza subire grandi penalizzazioni sullo stipendio.
Ad oggi, però, questo meccanismo esclude i lavoratori della Pubblica Amministrazione, in quanto i fondi non sono sufficienti (230 milioni in 3 anni). Quindi, coloro che possono beneficiare del part-time agevolato sono solamente 30 mila, troppo pochi per mettere in moto la staffetta generazionale necessaria per alleggerire il tasso di disoccupazione giovanile che, ormai da troppo tempo, si aggira intorno al 40%.
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