Nonostante le decisioni sulla riforma delle pensioni siano state rimandate a settembre, continua la battaglia dei precoci per la Quota 41.
I lavoratori precoci non si arrendono e chiedono al Governo la Quota 41 per tutti.
Nonostante la pausa per le vacanze estive e il rinvio delle ultime decisioni sulla riforma delle pensioni a settembre, al centro del dibattito resta ancora la questione dei lavoratoti precoci.
I precoci, infatti, non sono rimasti soddisfatti delle ipotesi avanzate dall’esecutivo e chiedono maggiori garanzie per la categoria: in particolare i precoci chiedono l’approvazione della Quota 41 come soluzione alla situazione di difficoltà in cui si trova la categoria che comprende tutti coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età e che, pur non avendo i requisiti per andare in pensione, hanno molti anni di contributi versati alle spalle.
La Quota 41 permetterebbe a tutti coloro che hanno almeno 41 anni di contributi versati alle spalle di andare in pensione indipendentemente dall’età e senza penalizzazioni. Il Governo tuttavia starebbe vagliando altre soluzioni, ma i precoci rimangono fermi sulla loro posizione.
Pensioni precoci: il Governo approverà la Quota 41?
L’intenzione del Governo non sembrerebbe quella di approvare la Quota 41. Nonostante la situazione dei precoci sia considerata una delle priorità da affrontare per l’esecutivo anche grazie al pressing esercitato dai sindacati, la Quota 41 sarebbe una soluzione troppo costosa. Per questo il Governo starebbe studiando una serie di soluzioni alternative che potrebbero prendere il posto della Quota 41, ossia la proposta avanzata dal Presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano.
Nello specifico, il Governo starebbe pensando alla possibilità di riconoscere dei bonus contributivi a tutti coloro che hanno iniziato a lavorare prima della maggiore età. In questo modo verrebbe anche ridotta la platea dei beneficiari: verrebbero considerati precoci solo coloro che hanno iniziato a lavorare (accumulando contributi) prima dei 18 anni.
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Pensioni precoci: lavoratori insistono sulla Quota 41
Le ipotesi avanzate dal Governo, che andrebbero a prendere il posto della Quota 41, non sono state accolte con entusiasmo dai lavoratori precoci. La settimana scorsa proprio una delegazione del gruppo di lavoratori precoci ha incontrato alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle che hanno scelto di sostenere la proposta della Quota 41 promettendo il loro appoggio.
Uno dei fondatori del gruppo Facebook "Lavoratori precoci uniti a tutela dei nostri diritti" Moreno Barbuti, inoltre, ha scritto al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini chiedendo che il Governo rispetti la legge 449/97 che faceva rientrare tra i lavoratori precoci tutti i lavoratori con almeno un anno di contributi versato prima del diciannovesimo anno di età.
La risposta di Nannicini, postata nel gruppo Facebook, è stata la seguente:
"La ringraziamo per i suggerimenti e per le proposte che ci ha fornito, è importante che ciascuno dia il suo contributo come lei ha saputo fare con questa mail. Come anticipato ai rappresentati del gruppo Facebook di cui fa parte, stiamo elaborando quanto precisamente costerebbe, in termini di spesa pubblica, la proposta quota 41; la fattibilità di un meccanismo moltiplicativo per periodi contributivi maturati prima della maggiore età in modo da favorire il pensionamento anticipato dei lavoratori precoci; una soluzione al problema delle ricongiunzioni onerose e la fattibilità di un rimborso anticipato di polizze vita o assicurazioni; l’abolizione delle penalizzazioni per chi va in pensione prima dei 62 anni (che colpiscono in maniera particolare i lavoratori precoci). In particolare è oggetto di confronto con i sindacati se far partire quello che chiamate bonus contributivo per i precoci da 18 o 19 anni in su. Ringraziandola, terremo in considerazione le sue riflessioni nei processi di miglioramento riguardanti l’azione di governo sulle tematiche da lei richiamati".
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