Anche nel 2016 rimane attuale il dibattito sulle pensioni precoci. Cosa succederà? Quali misure saranno adottate dal governo?
Anche nel 2016 resta attuale il dibattito sulle pensioni precoci.
A causa del mancato inserimento nella Legge di Stabilità 2016 di norme che garantiscano un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, la questione della flessibilità dovrà essere affrontata dal governo nei prossimi mesi senza più possibilità di rinviare interventi in materia.
Dal 1 gennaio 2016, infatti, la Legge Fornero ha causato un aumento dei requisiti anagrafici e contributivi per andare in pensione, dovuti all’innalzamento delle speranze di vita.
Cosa succederà nel 2016? Quali misure dovrà adottare il governo a favore delle pensioni precoci? Vediamolo di seguito.
Pensioni precoci: cosa succede da gennaio 2016
Da gennaio 2016 si registrerà un aumento dei requisiti anagrafici e contributivi per accedere alla pensione sia di vecchiaia sia anticipata.
Per vedere i requisiti necessari per andare in pensione nel 2016 consulta anche: Andare in pensione nel 2016: requisiti richiesti
Tuttavia nei primi mesi del 2016 è attesa la tanto discussa riforma delle pensioni che dovrebbe portare novità anche per i lavoratori precoci, introducendo la flessibilità in uscita che non ha trovato spazio nella Legge di Stabilità.
Nel frattempo per quanto riguarda i precoci sono state abolite le penalizzazioni: raggiunti i requisiti fissati per la pensione anticipata, quindi, sarà possibile accedere alla pensione indipendentemente dall’età anagrafica senza malus sull’assegno pensionistico.
Pensioni precoci: quali interventi del governo nel 2016?
Come detto precedentemente, però, sono attesi interventi da parte del governo sulla pensione anticipata che riguarderanno anche i precoci.
A spingere su possibili interventi in materia sono soprattutto le parti sociali, che nell’ultimo periodo hanno ritrovato un’unione sindacale.
Anche il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano nell’ultimo periodo ha sollecitato il Governo affinché si velocizzino interventi in materia previdenziale, al fine di garantire una maggiore flessibilità in uscita.
Cesare Damiano aveva anche avanzato una proposta per i lavoratori precoci: l’introduzione della quota 41 ossia la possibilità concessa ai lavoratori di uscire dal lavoro dopo aver maturato 41 anni di contributi senza alcun tipo di penalizzazione sull’assegno mensile e senza vincoli di natura anagrafica.
La proposta non è stata però presa in considerazione dall’esecutivo, che non ha inserito misure in tal senso nel provvedimento di Stabilità.
I precoci dovranno quindi attendere i primi mesi dell’anno per vedere quali interventi verranno apportati: lo stesso premier Matteo Renzi aveva infatti annunciato che la riforma delle pensioni sarebbe stata affrontata nei primi mesi del 2016.
Per capire quali soluzioni verranno adottate, non resta quindi che attendere le prossime settimane.
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