Matteo Salvini è tornato a parlare della Legge Fornero, ribadendo l’intenzione di azzerarla mantenendo però alcuni aspetti. Cambio di rotta per il leader della Lega?
Le notizie sulle pensioni anche oggi riguardano le dichiarazioni rilasciate dai leader politici in vista delle prossime elezioni.
Che una gran parte della campagna elettorale sia destinata a giocarsi sul tema previdenziale, ormai, è cosa evidente.
Il centrodestra che si presenterà compatto all’appuntamento alle urne del prossimo 4 marzo sembra avere sempre più le idee chiare per quanto riguarda le pensioni: se inizialmente, infatti, la posizione di Silvio Berlusconi sulla Legge Fornero sembrava essere più moderata rispetto a quella più radicale di Matteo Salvini, sulla base delle ultime dichiarazioni rilasciate dal leader del Carroccio le distanze sembrerebbero accorciarsi.
Pensioni oggi: Salvini, azzerare la Legge Fornero mantenendo il contributivo
Matteo Salvini è tornato a parlare della Legge Fornero in un intervento andato in onda durante la trasmissione Dalla vostra parte lo scorso mercoledì.
Pur ribadendo l’intenzione di smantellare la Legge Fornero, la posizione del numero uno della Lega è sembrata stavolta più moderata, e più vicina a quella di Berlusconi.
Salvini ha infatti dichiarato la necessità di cancellare la Legge Fornero, ricordando come questo sia uno dei punti riportati nel programma:
"C’è scritto nel programma. Azzeramento della Legge Fornero. Il principio è restituire il diritto a godersi la pensione dopo 41 anni di lavoro".
Tuttavia Salvini ha aperto alla possibilità di mantenere alcuni aspetti introdotti con la Legge Fornero, come ad esempio il sistema contributivo.
Quello che prospetta Salvini, dunque, è un testo unico sulle pensioni, che renda chiaro ai lavoratori come e quando potranno andare in pensione, abbassando l’età pensionabile per consentire anche ai giovani di entrare nel mercato del lavoro.
Pensioni oggi: sistema contributivo, i dubbi dei precoci
Le dichiarazioni di Matteo Salvini hanno generato dubbi e timori nei lavoratori precoci, contrari al sistema contributivo, che stanno seguendo con interesse il dibattito elettorale in materia.
Se da una parte, infatti, il leader della Lega Nord assicura l’uscita con 41 anni di contributi per tutti (uno degli obiettivi dei precoci), dall’altra il calcolo della pensione sulla base del metodo contributivo potrebbe risultare penalizzante.
Il rischio è infatti quello di andare ad incassare un assegno più basso rispetto a quello di potrebbe ottenere con il sistema misto retributivo/contributivo.
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