L’Ocse ha fatto il punto della situazione previdenziale globale, sottolineando come in Italia ci sia il maggior scarto tra età pensionistica legale ed effettiva. Brutte notizie per chi ha iniziato a lavorare nel 2016.
L’Italia è uno dei paesi con l’età pensionistica più alta ma, tra quelli più avanzati, è anche il paese che registra il maggiore scarto tra l’età pensionistica legale e quella effettiva.
A sottolinearlo è l’Ocse che, in un’analisi sulla situazione previdenziale mondiale, ha evidenziato come nel Belpaese lo scarto tra l’età di uscita per vecchiaia (66,7 anni) e quella media effettiva sia stato nel 2016 di 4,4 anni, il più alto tra tutti i paesi Ocse.
Un dato importante, secondo l’Organizzazione parigina, che va tenuto a mente soprattutto quando si discute sulla possibilità di modificare le norme per andare in pensione.
In Italia, dunque, sebbene l’età per andare in pensione sia fissata a 66 anni e 7 mesi (che diverranno 67 anni nel 2019), si esce in realtà prima dei 63 anni.
Le notizie non sono positive invece per chi ha iniziato a lavorare nel 2016 e ha 20 anni: secondo l’Ocse, infatti, sulla base del meccanismo dell’aspettativa di vita, questa categoria di lavoratori è destinata ad andare in pensione dopo i 71 anni.
Pensioni oggi: Italia, età effettiva di pensione più bassa di quella legale
L’età pensionistica in Italia aumenta, ma si continua ad andare in pensione prima del previsto. Sono queste le conclusioni a cui è arrivata l’Ocse durante la sua disamina sulla situazione previdenziale dell’area di interesse.
Una situazione particolare, quella italiana, se si considera che, mentre nel Belpaese la differenza tra età effettiva ed età legale di pensione si attesa attorno ai 4,4 anni per gli uomini e 4 per le donne, negli altri paesi la media è di 0,8 anni per gli uomini e di 0,2 anni per le donne.
Nel documento diffuso dall’Organizzazione parigina si legge:
"Nel corso degli ultimi due anni l’età legale della pensione è stata modificata in 6 Paesi. Circa un terzo dei membri dell’Ocse ha introdotto cambiamenti riguardanti i contributi e un altro terzo ha toccato il livello delle prestazioni, per tutti i gruppi di pensionati o per solo alcuni di essi".
Secondo le previsioni l’età pensionabile è destinata a diminuire
"in metà dei Paesi della zona, e verrà tarata rispetto all’aspettativa di vita in Danimarca, Finlandia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Repubblica slovacca. In media aumenterà di 1,5 anni per gli uomini e 2,1 anni per le donne stabilendosi giusto al di sotto dei 66 anni all’incirca nel 2060".
Conclude poi l’Ocse specificando come ciò significhi
"che gli individui passeranno nell’insieme più tempo in pensione rispetto alla durata di vita attiva".
Pensioni oggi: in pensione a 71 anni chi ha iniziato a lavorare nel 2016
Dal punto di vista previdenziale le brutte notizie riguardano soprattutto le nuove generazioni, che si sono appena affacciate al mondo del lavoro.
In Italia, a causa dell’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita chi ha iniziato a lavorate nel 2016 anni andrà in pensione dopo i 71 anni, e precisamente a 71, 2. Come l’Italia solo Danimarca e Olanda, dove i ventenni entrati lo scorso anno nel mondo del lavoro potranno andare in pensione rispettivamente a 74 e 71 anni.
Un quadro che ancora una volta sottolinea la necessità di intervenire in materia previdenziale, garantendo una maggiore flessibilità per accompagnare l’uscita dal mondo del lavoro.
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