Pensioni: meglio Quota 41 per tutti o Quota 102?

Simone Micocci

31 Maggio 2021 - 08:30

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Pensioni: secondo i media è corsa a due per il dopo Quota 100. Da una parte Quota 41 per tutti, dall’altra Quota 102; quale sarebbe la migliore?

Pensioni: meglio Quota 41 per tutti o Quota 102?

Si continua a parlare di riforma delle pensioni, con i sindacati che continuano nel pressing al Governo per quanto riguarda l’incontro che dovrà servire per definire i piani futuri in ambito previdenziale.

Nel dettaglio, i giornali ritengono che siano due le misure più papabili per il dopo Quota 100, ossia Quota 102 da una parte e Quota 41 per tutti dall’altra. Personalmente, ma di questo ne abbiamo già parlato, non crediamo a nessuna delle due, visto il costo che entrambe richiederebbero (a meno che non venisse prevista nel contempo una severa penalizzazione per chi accede a una di queste due misure).

Ma mettiamo da parte il nostro personale parere, di cui tra l’altro abbiamo già discusso in altre occasioni, e proviamo a capire quale tra le due misure sarebbe migliore in quanto consentirebbe di accedere prima alla pensione.

Quota 102 e Quota 41 per tutti per il dopo Quota 100: qual è migliore?

Secondo la stampa, il Governo si troverà a decidere tra una Quota 41 per tutti e una Quota 102. Chi legge si chiede quale tra queste misure sarebbe migliore, così da farsi un’idea su quale “tifare”.

Ebbene, si tratta di due misure molto diverse tra di loro: una - Quota 102 - ripercorre lo stesso funzionamento di Quota 100, in quanto prevede che per andare in pensione sia necessario che la somma tra anni di contributi ed età anagrafica dia come risultato un certo numero (102 in questo caso). Rispetto a Quota 100, dunque, la pensione si raggiunge con due anni di ritardo: anziché a 62 anni, infatti, bisognerà aspettare almeno i 64 anni di età. Per quanto riguarda gli anni di contributi, invece, ne sono sufficienti 38.

Differentemente, con Quota 41 non ci sarebbe un limite di età: la misura - oggi riconosciuta solamente ad alcune categorie di lavoratori precoci, ossia coloro che entro il compimento dei 19 anni di età hanno maturato almeno 12 mesi di contribuzione - parte infatti dal principio per cui 41 anni di lavoro sono sufficienti per andare in pensione. Non importa se questi si raggiungono a 60 o 62 anni, in ogni caso bisognerebbe consentire il pensionamento.

Fare un confronto tra le due misure, quindi, non sembra semplice: per alcuni, infatti, potrebbe essere Quota 102 la migliore in quanto comunque richiede meno anni di contributi per l’accesso alla pensione. Per altri, ossia per chi ha iniziato a lavorare da molto giovane, potrebbe essere più conveniente Quota 41 in quanto in questo modo potrebbe anche andare in pensione prima dei 64 anni.

Pensioni: sia Quota 41 per tutti che Quota 102 penalizzano le donne

Possiamo però dire a chi queste due misure non convengono: alle donne. Già con Quota 100, infatti, queste furono penalizzate vista la difficoltà di raggiungere i 38 anni di contributi richiesti dalla misura e per questo sarà così anche con Quota 102 e ancora peggio con Quota 41.

Per le donne servono misure ad hoc se si vuole riconoscere flessibilità in uscita a questa categoria, a partire dal riconoscimento di bonus contributivi per il riconoscimento dei lavori di cura. E ancora: le lavoratrici chiedono che l’Opzione Donna, misura che effettivamente è a costo zero visto che prevede un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, possa diventare strutturale.

Se davvero ci fosse la volontà di spendere così tanto su una riforma delle pensioni, ad esempio approvando Quota 102 o Quota 41, allora non si potrebbe non fare altrettanto per le donne.

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