Pensioni, aumenti “considerevoli” nel 2022: la tabella con i nuovi importi

Simone Micocci

10/12/2021

02/12/2022 - 11:00

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Pensioni, nuovo meccanismo di rivalutazione dal 1° gennaio 2022. Pasquale Tridico (INPS) ha annunciato “aumenti considerevoli”, ma sarà davvero così?

Pensioni, aumenti “considerevoli” nel 2022: la tabella con i nuovi importi

Con la conferma di Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, è ormai ufficiale: per le pensioni il 2022 sarà un anno di ricchi aumenti, vista l’entrata in vigore di un meccanismo di perequazione più vantaggioso rispetto a quello utilizzato negli ultimi anni.

Pasquale Tridico ha parlato di “aumenti considerevoli” dal 1° gennaio 2022, confermando che il Governo non interverrà per modificare nuovamente il meccanismo che rivaluta le pensioni in base all’andamento dei prezzi come già fatto in passato. Ritornerà il meccanismo descritto dalla legge n°388/2000, più favorevole rispetto a quello attuato con il decreto 4/2019 e poi riformato dalle Leggi di Bilancio successive.

Ma davvero il nuovo sistema garantirà aumenti “considerevoli” come dichiarato da Pasquale Tridico? Per scoprirlo ecco una tabella dove sono indicati gli aumenti della pensione lorda attesi dal 1° gennaio 2022 per effetto della nuova rivalutazione delle pensioni, con un confronto su quanto invece sarebbe spettato con il meccanismo ancora oggi in vigore.

Rivalutazione pensioni: cos’è e cosa cambia il prossimo anno

È con il termine “perequazione” che si va a identificare la rivalutazione dell’importo pensionistico legato all’inflazione, ossia quel meccanismo con cui l’importo delle prestazioni medesime viene adeguato all’aumento del costo della vita come indicato dall’ISTAT.

Un meccanismo che ha come scopo quello di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni con il trascorrere del tempo. Questa tutela, tuttavia, è piena solamente per gli assegni di un certo importo.

Inizialmente, infatti, la legge 388/2000 ha individuato tre diverse fasce di rivalutazione stabilendo che solamente per gli assegni con importo annuo inferiore a quattro volte il trattamento minimo si ha diritto a una perequazione piena, quindi al 100% del tasso di rivalutazione annuo individuato. Sopra questa soglia, ma comunque entro le cinque volte il trattamento minimo, la perequazione è al 90%, mentre sopra le cinque volte è al 75%.

Questo meccanismo, però, non è mai stato utilizzato negli ultimi anni in quanto, anche per finanziare le ultime riforme delle pensioni, è stato adottato un sistema più penalizzante per i redditi alti. Nel 2021 è stato utilizzato il meccanismo previsto dal decreto 4/2019 poi modificato dalla Legge di Bilancio 2020, con il quale vengono identificate cinque diverse fasce di rivalutazione:

  • 100% ai trattamenti pensionistici d’importo complessivo fino a quattro volte il trattamento minimo;
  • 77% per le pensioni d’importo complessivo compreso fra quattro e cinque volte il trattamento minimo;
  • 52% per le pensioni d’importo complessivo compreso fra cinque e sei volte il trattamento minimo;
  • 47% per le pensioni d’importo complessivo fra sei e otto volte il trattamento minimo;
  • 45% per le pensioni d’importo complessivo fra otto e nove volte il trattamento minimo;
  • 40% per le pensioni d’importo complessivo superiore a nove volte il trattamento minimo.

Un meccanismo dunque più penalizzante che tuttavia, come confermato dal Presidente dell’INPS, smetterà di essere applicato dal prossimo anno. Un cambio di passo che secondo Pasquale Tridico garantirà aumenti considerevoli per le pensioni degli italiani. Ma è davvero così? Qual è la differenza, in termini economici, tra i due sistemi? Scopriamolo.

Rivalutazione pensioni 2022: la tabella con gli importi

Come prima cosa, va detto che quest’anno - vista l’inflazione galoppante in Europa e non solo - il tasso di rivalutazione individuato è molto alto, in quanto pari all’1,7%. Di conseguenza, il trattamento minimo oggi pari a 515,58 euro mensili passerà a 524,34 euro.

Vediamo, nella tabella seguente, come la rivalutazione andrà ad aumentare le pensioni nel 2022 e cosa sarebbe successo - invece - se ad essere applicato fosse stato ancora il meccanismo di rivalutazione a cinque fasce.

Importo lordo pensione mensile Tasso di rivalutazione 2022 Tasso di rivalutazione con vecchio sistema Importo pensione 2022 Importo ipotetico pensione con vecchio sistema Differenza
1.000€ (inferiore a 4 volte il trattamento minimo) 1,7% (100%) 1,7% (100%) 1.017€ 1.017€ =
2.000€ (inferiore a 4 volte il trattamento minimo) 1,7% (100%) 1,7% (100%) 2.034€ 2.034€ =
2.500€ (tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo) 1,53% (90%) 1,275% (75%) 2.538,25€ 2.531,87€ 6,48€
3.000€ (tra le 5 e 6 volte il trattamento minimo) 1,275% (75%) 0,884% (52%) 3.038,25€ 3.026,52€ 11,73€
3.500€ (tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo) 1,275% (75%) 0,799% (47%) 3.544,62€ 3.527,96€ 16,66€
4.000€ (tra le 6 e le 8 volte il trattamento minimo) 1,275% (75%) 0,799% (47%) 4.051€ 4.031,96€ 19,04€
4.500€ (tra le 8 e le 9 volte il trattamento minimo 1,275% (75%) 0,765% (45%) 4.557,37€ 4.534,42€ 22,95€
5.000€ (superiore a 9 volte il trattamento minimo) 1,275% (75%) 0,68% (40%) 5.063,75€ 5.034,00€ 29,75€

Come si deduce dalla tabella, quindi, per le pensioni che non superano di quattro volte il trattamento minimo (2.097,36€) non ci sono differenze tra i due meccanismi di rivalutazione. Aumenti “considerevoli”, come annunciato da Tridico, si avranno quanto più si sale, specialmente oltre la soglia delle cinque volte il trattamento minimo (2.621,70€) visto che con il meccanismo che tornerà in vigore nel 2022 il tasso è sempre al 75%, mentre con quello precedente il rischio è di arrivare anche a un 40%.

Per chi ha una pensione lorda annua di 5.000,00€, ad esempio, grazie al nuovo sistema ne risulterà un vantaggio economico di 29,75€ mensili, più di 380€ l’anno.

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