Aumentano (ancora) le pensioni, ma solo dal 1° gennaio 2023. E successivamente al ricalcolo ci sarà anche un bonus arretrati.
Le pensioni aumentano ancora, ma per vederne gli effetti bisognerà attendere il 2023. Ne dà conferma l’INPS con la circolare n°15 pubblicata il 28 gennaio scorso, con la quale viene resa nota la percentuale di rivalutazione delle pensioni che decorre dal 1° gennaio 2022.
Percentuale superiore rispetto a quella attualmente applicata, ragion per cui dal prossimo anno oltre all’aumento delle pensioni ci sarà anche un conguaglio che comporterà al pagamento degli arretrati per le precedenti tredici mensilità.
Facciamo un passo indietro per capire cosa sta succedendo e di quanto aumentano le pensioni dal 1° gennaio 2023, cedolino in cui ci sarà anche spazio per un bonus arretrati (di cui di seguito proveremo a calcolare l’importo).
Come funziona la rivalutazione delle pensioni
Ogni anno le pensioni vengono adeguate in base alla variazione dei prezzi registrata nell’ultimo anno. Uno strumento, conosciuto con il nome di perequazione, che serve a fare in modo che la pensione con il passare degli anni non perda potere di acquisto.
Per capire di quanto effettivamente sono variati i prezzi nell’ultimo anno bisogna attendere i dati aggiornati dall’ISTAT che tuttavia arrivano in leggero ritardo. Per questo motivo, l’INPS procede in tal modo:
- ad inizio anno l’importo delle pensioni viene rivalutato secondo il tasso di perequazione provvisorio rilevato dall’ISTAT;
- ad inizio anno successivo viene fatto un confronto tra tasso provvisorio e tasso definitivo, e nel caso in cui quest’ultimo dovesse essere più alto si procede con un conguaglio e con il pagamento degli arretrati.
Ebbene, il tasso provvisorio quest’anno è stato dell’1,7%. L’INPS tuttavia ha inizialmente - sempre per una questione di tempistiche - effettuato una rivalutazione all’1,6% e già nei prossimi mesi provvederà a un primo conguaglio.
Nel frattempo, l’ISTAT ha comunicato il tasso definitivo di rivalutazione, persino più alto rispetto a quello provvisorio (il che conferma il notevole aumento dei prezzi per i beni a consumo a cui stiamo assistendo da qualche mese a questa parte). Il tasso, infatti, è dell’1,9%, ed è per questo motivo che il prossimo 1° gennaio 2023 ci attende un nuovo conguaglio con il pagamento degli arretrati.
Aumento pensioni dal 1° gennaio 2023: i nuovi importi
Ricordiamo che dal 1° gennaio 2022 è stato ripristinato il meccanismo di rivalutazione a tre fasce, il quale segue determinate regole:
- gli assegni con importo annuo inferiore alle quattro volte il trattamento minimo (quindi sotto i 2.062,00€ lordi mensili) hanno diritto a una perequazione al 100%;
- gli assegni con importo compreso tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo (fascia tra 2.062,00€ e 2.577,90€ mensili) godono di una perequazione al 90%;
- sopra le cinque volte il minimo (quindi sopra i 2.577,90€ mensili) la perequazione è del 75%.
La rivalutazione piena, quindi, è stata applicata solamente sotto i 2.062,00€ lordi, mentre sopra di questa il tasso è sceso rispettivamente all’1,53%(tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo) e all’1,275% (sopra le cinque volte il trattamento minimo).
La rivalutazione definitiva, però, è persino maggiore, in quanto pari all’1,9%. Di conseguenza, l’aumento delle pensioni avrebbe dovuto seguire regole differenti, quali:
- aumenti pensione con importo sotto le quattro volte il trattamento minimo: 1,90%;
- aumenti pensione con importo tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo: 1,71%:
- aumenti pensione con importo sopra le cinque volte il trattamento minimo: 1,425%.
Quanto spetta dunque tra aumento e arretrati? Prendiamo come esempio una pensione di 2.000,00€ lordi. Questa nel 2022 aumenta - per effetto di un tasso di rivalutazione all’1,7% - di 34,00€. Tuttavia, l’aumento sarebbe dovuto essere - guardando al tasso definitivo dell’1,9% - di 38,00€.
Dal 1° gennaio 2023, quindi, ci sarà un aumento di altri 4,00€, al quale poi si sommerà quanto previsto dalla rivalutazione 2023. Parimenti, ci sarà un conguaglio con il pagamento degli arretrati: 4,00€, quindi, per tredici mensilità, con un assegno di 52,00€ lordi nel caso specifico.
Prendiamo adesso come esempio una pensione di 3.000,00€, aumentata nel 2022 di 38,25€. L’aumento effettivo, con una rivalutazione dell’1,425%, invece, sarebbe dovuto essere di 42,75€, con una differenza dunque di 4,50€.
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