Pensione con Quota 100: conviene aspettare ancora un anno, ecco perché

Simone Micocci

16/08/2021

25/10/2022 - 12:08

condividi

Non c’è fretta di andare in pensione con Quota 100: se potete aspettare un altro anno (e la legge lo consente) avrete diritto a un assegno d’importo più alto.

Pensione con Quota 100: conviene aspettare ancora un anno, ecco perché

Quota 100 cesserà di esistere dal 1° gennaio 2022: lo abbiamo più volte ribadito, confermando che da parte di Mario Draghi non c’è la volontà nell’andare avanti con questa misura di pensionamento anticipato.

Tuttavia, è bene fare una precisione: Quota 100 cesserà di esistere solamente per coloro che entro la data del 31 dicembre 2021 non ne maturano i requisiti richiesti, quale un età anagrafica che sommata ai contributi maturati deve dare come risultato 100, con un minimo però di 62 anni di età e 38 anni di contribuzione.

Per chi però ne ha maturato i requisiti entro la data suddetta, la pensione con Quota 100 sarà una possibilità anche negli anni a venire. Per intenderci: un lavoratore che raggiunge i 38 anni di contributi e compie 62 anni nel 2021 non è obbligato ad andare in pensione nello stesso anno, potendo anche aspettare quelli successivi.

Una scelta che, come vedremo di seguito, potrebbe rivelarsi anche molto conveniente.

Quota 100 anche nel 2022: ecco perché

Se pensate che questo sia l’ultimo anno utile per accedere alla pensione con Quota 100 vi sbagliate. Come anticipato, il 31 dicembre 2021 è l’ultima data utile per maturare il diritto a questa opzione di pensionamento anticipato.

Aver maturato i requisiti entro l’anno corrente, però, non significa che bisogna fare in fretta nel presentare domanda per andare in pensione. Ciò è merito del cosiddetto principio della cristallizzazione del diritto alla pensione. Questo prevede che al raggiungimento dei requisiti per il pensionamento il lavoratore raggiunge un diritto che non è soggetto a scadenza alcuna.

E dal momento che il principio di cristallizzazione si applica anche a Quota 100, per i lavoratori che entro i 31 dicembre 2021 raggiungeranno i requisiti di accesso alla misura ogni momento sarà buono per inviare la domanda di pensionamento. Anche nel 2022 o negli anni a venire.

Aspettare il 2022 per andare in pensione con Quota 100: perché conviene

Se non avete fretta di andare in pensione quella di aspettare un altro anno prima di accedere a Quota 100, attendendo ad esempio il compimento dei 63 anni di età, potrebbe rivelarsi una scelta conveniente.

Questo perché, specialmente se nel frattempo continuerete a lavorare, avrete la garanzia di avere una pensione d’importo più alto. Tutto dipende da come questo viene calcolato e specialmente dalle regole previste per il regime di calcolo contributivo (che si applica dal 1° gennaio 1996, o - in alcuni casi - dal 1° gennaio 2012).

Con questo sistema, infatti, il montante contributivo del lavoratore - ossia l’insieme dei contributi versati per ogni anno di lavoro - si trasforma in pensione con l’applicazione di un determinato coefficiente. E più si va in pensione in età avanzata e più il coefficiente di trasformazione sorride al lavoratore.

Esempio

Prendiamo come esempio un lavoratore che nel 2021 ha compiuto 62 anni di età e raggiunto 38 anni di contribuzione, di cui 25 nel regime contributivo. Questo ha già maturato un montante contributivo di 250.000 euro.

Andando in pensione con Quota 100 quest’anno, questo avrebbe una pensione che - in virtù di un coefficiente di trasformazione pari al 4,770% - avrebbe un importo annuo di 11.925 euro.

Ma se non c’è fretta perché non aspettare un altro anno visto che la legge lo consente? Andando in pensione nel 2022, e aspettando il compimento dei 63 anni di età, ci sarebbe infatti un buon vantaggio economico. Mettiamo che questo abbia la possibilità di lavorare per altri 12 mesi con retribuzione annua lorda di 30.000 euro: considerando l’aliquota di computo per il lavoro dipendente (33%), questo con un anno di lavoro in più vedrebbe accrescere il montante contributivo di quasi 10.000 euro, 9.900,00 euro per l’esattezza.

E non solo, a 63 anni godrebbe di un coefficiente di trasformazione più alto, in quanto pari a 4,910%. Come tutto questo si tramuterebbe in un vantaggio sulla pensione? Con un montante contributivo di 259.900 euro e un coefficiente di trasformazione più alto, l’importo della pensione annua sarebbe di circa 12.760 euro, quindi oltre 800 euro in più rispetto all’anno prima. Un buon vantaggio che sicuramente va preso in considerazione quando si programma la data del proprio pensionamento.

Argomenti

Iscriviti a Money.it