Patto Nazareno: rottura tra Renzi e Berlusconi. Un bluff?

Valentina Pennacchio

5 Febbraio 2015 - 13:36

Dopo l’elezione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Patto del Nazareno è in crisi. Rottura definitiva o bluff?

Patto Nazareno: rottura tra Renzi e Berlusconi. Un bluff?

Che cos’è il Patto del Nazareno e qual è il suo significato? E’ un patto scritto? Cosa prevede? C’entra la massoneria? Queste sono le domande che i politici e i cittadini si fanno da circa un anno, da quell’incontro insolito tra Renzi e Berlusconi del 18 gennaio 2014.

Se l’approvazione al Senato della nuova legge elettorale, l’Italicum, è stata una prova di resistenza importante del Patto, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rotto qualcosa.

Il Patto del Nazareno non vale più?

Da una parte Forza Italia: "Il patto non è più vincolante". L’elezione "unilaterale" del successore di Napolitano è "inaccettabile". Dall’altra il PD: "Se il patto del Nazareno è finito, meglio così".

Ma sono davvero tutti felici? La rottura del Patto del Nazareno potrebbe costare caro sia a Renzi, che a Berlusconi. Il primo potrebbe avere vita difficile lungo la strada delle riforme, per cui, oltre al confermato appoggio del partito di Alfano, potrebbe dover cercare l’appoggio del M5S; il secondo, già provato dalle vicende giudiziarie, che hanno notevolmente ridimensionato il suo peso politico, si trova alla guida di un partito, forse, ormai alla deriva, tra coloro che hanno seguito Alfano e coloro che potrebbero seguire Fitto, che chiede l’azzeramento dei vertici del partito, leader compreso.

Questa rottura in nome dell’orgoglio ferito, il colpo basso che un "ragazzino" ha inflitto al leader di sempre brucia. Renzi non è stato un uomo di parola. Oltre al danno, la beffa per FI. E ora che succede?

Giovanni Toti ha dichiarato:

"Il Nazareno, così come è stato interpretato fino ad oggi noi lo riteniamo rotto, congelato, finito. Il governo ha già detto con grande chiarezza che il cammino delle riforme proseguirà. Noi non ci sentiamo vincolati a condividere un percorso nel suo totale. Decideremo volta per volta. Detto ciò, noi non faremo i kamikaze, le riforme sono patrimonio del paese ma non ci sentiamo di dover votare tutto per forza”.

E poi lancia una provocazione:

“Stando ai numeri che abbiamo espresso in Senato io non starei così sereno. Forza Italia è stata più volte determinante”.

Intanto la minoranza del PD è più allegra che mai, perché spera nella modifica dell’Italicum, sfruttando il clima avverso. Ma la rottura del Patto avrà effetti retroattivi?

E’ tutto un bluff?

Il Patto del Nazareno è rotto, non vale più? E ora che succede? E se fosse tutto un grande bluff?

Visto che il Cavaliere ed il Premier si sono incontrati più volti prima dell’elezione, risulta difficile immaginare un’improvvisa ed inaspettata alzata di capo di Renzi.

Il vantaggio di un bel bluff sarebbe stato duplice, entrambi ne sarebbero usciti con qualcosa nel sacco. In realtà, ad oggi, le cose stanno così:

  • Renzi appare uno strenuo difensore del partito e i sondaggi politici lo premiano;
  • Berlusconi ne esce come una vittima, ma il suo partito non gli lecca le ferite, anzi si sfalda sempre più tra rancori, indecisioni e minacce di fuga verso un’ipotetica "Lega delle libertà".

A Forza Italia non conviene il braccio di ferro in questo momento, le riforme vanno votate per due motivi:

  • molti definiscono Renzi per Berlusconi un’assicurazione sulla vita: grazie al Patto del Nazareno Berlusconi&Co. hanno potuto inserirsi nel processo decisionale come attori e non spettatori;
  • le riforme servono al Paese e un ostruzionismo per presa di posizione allontanerebbe ancora di più l’elettorato, a cui il Presidente Mattarella ha invitato a guardare sempre per colmare quella distanza tra società civile e politica, soprattutto perché nei sondaggi Forza Italia scende sempre più.

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