Palestre finte associazioni sportive, così non pagano le tasse

Isabella Policarpio

16 Dicembre 2019 - 16:21

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Molte palestre aderiscono al regime fiscale più favorevole prevosto per le associazioni sportive dilettantistiche, pur non avendone i requisiti. Una pratica diffusa ma vietata. Ecco cosa si rischia e come distinguerle.

 Palestre finte associazioni sportive, così non pagano le tasse

Un fenomeno estremamente diffuso e in crescita: quello delle palestre che fingono di essere associazioni sportive dilettantistiche (ASD) per pagare meno tasse e aderire al regime fiscale agevolato.

Si tratta di un vero e proprio escamotage per evadere il Fisco, dato che per applicare la disciplina delle associazioni sportive è necessario non perseguire scopo di lucro, mentre le palestre sono qualificate “imprese commerciali” e perseguono il benessere del singolo cliente e non la promozione dello sport, come invece si richiede per applicare il regime agevolato.

E questo per lo più all’insaputa dei clienti, ai quali viene chiesto di diventare soci.

Vediamo quali sono i rischi di questa pratica scorretta e come riconoscere una palestra da un’associazione sportiva dilettantistica.

Palestre finte associazioni sportive: così evadono le tasse

Per pagare meno tasse alcune palestre fingono di essere delle associazioni sportive. Molte persone ignare dell’inganno cadono nel tranello senza farci troppo caso, diventando soci della falsa associazione quando in realtà sono dei clienti della palestra.

Si tratta, purtroppo di una tendenza piuttosto diffusa, nonostante il rischio di una condanna per evasione fiscale e falsa dichiarazione.

Per capire dove si trova l’inganno, è bene chiarire la differenza tra le due attività. La palestra è un’impresa commerciale che perseguire il fine di lucro e guadagna sulle quote mensili/annuali pagate dai clienti; l’associazione sportiva dilettantistica, invece, è un’organizzazione senza scopo di lucro che ha il fine di promuovere l’attività sportiva e i suoi valori e non il fitness del singolo individuo. In ragione di queste caratteristiche, l’Asd gode di agevolazioni fiscali che invece non spettano alle palestre.

Per fare chiarezza riportiamo fedelmente uno stralcio della sentenza 1373/6/2014 in cui il giudice della Commissione tributaria provinciale di Firenze ha correttamente motivato l’impossibilità dell’applicazione del regime forfettario delle ASD poiché la palestra:

“... e incentrata in modo pressoché esclusivo sulla pratica del fitness che, nell’ambito della palestra sottoposto a controllo, si concretizza in una disciplina individualistica, il cui obiettivo principale è il benessere del fisico del singolo e non la promozione dello sport”.

Associazioni sportive dilettantistiche: quali sono e agevolazioni fiscali

Come abbiamo anticipato, le associazioni sportive dilettantistiche sono enti senza scopo di lucro con promuovono l’attività sportiva. Per questo non vi sono comprese le palestre, le quali, al contrario, sono una vera e propria attività imprenditoriale finalizzata al guadagno.

Invece le associazioni sportive no profit applicano un regime fiscale forfettario purché siano no profit e non riconosciute come enti del terzo settore; i benefici fiscali scattano in presenza dei requisiti seguenti (legge 289/2002):

  • divieto di distribuire gli utili;
  • obbligo di tesseramento dei soci e divieto di avere soci temporali;
  • obbligo di redazione e approvazione del rendiconto economico e finanziario
  • iscrizione dell’attività al registro del Coni;
  • cessione dei beni/prestazioni sportive sono nei confronti degli associati;
  • indicare nella denominazione sociale la definizione “associazione sportiva dilettantistica”.

Laddove ci siano tutti i requisiti, l’Asd è esonerata da:

  • scritture contabili obbligatorie;
  • fatturazione (tranne specifici casi eccezionali);
  • dichiarazioni ai fini IVA;
  • emissioni di scontrini e ricevute.

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