Evasione fiscale, arriva arriva la banca dati internazionale delle case

Nadia Pascale

11 Dicembre 2025 - 16:25

Raggiunto l’accordo per la banca dati internazionale delle case, l’obiettivo è contrastare l’evasione fiscale determinata dagli investimenti all’estero.

Evasione fiscale, arriva arriva la banca dati internazionale delle case

Arriva la banca dati internazionale delle case, l’obiettivo è contrastare l’evasione fiscale.
Il MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha annunciato la stipula di un accordo tra 25 paesi avente a oggetto lo scambio automatico dei dati relativi agli immobili detenuti all’estero da residenti di altri paesi e concessi in affitto, anche breve. L’obiettivo è contrastare l’evasione fiscale.

La dichiarazione congiunta è stata firmata il 4 dicembre, coinvolge oltre all’Italia altri 24 paesi: Belgio, Brasile, Cile, Costa Rica, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Corea, Lituania, Malta, Nuova Zelanda, Norvegia, Perù, Portogallo, Romania, Slovenia, Sudafrica, Spagna, Svezia e Regno Unito e Gibilterra.

Ecco come funziona la banca dati internazionale delle case.

Banca dati internazionale delle case per il contrasto all’evasione fiscale

Sempre più persone cercano di diversificare gli investimenti per avere maggiori guadagni, ma soprattutto si cerca di sfruttare la possibilità di gestire anche a distanza gli investimenti attraverso la rete e attraverso molteplici canali di comunicazione.

Queste strategie mettono a rischio la riscossione fiscale perché ricchezze gestite fuori dallo Stato di residenza, di fatto portano via risorse importanti e nascondono la capacità contributiva. In questo campo diventa però importante la reciprocità perché di fatto nessun Paese fornisce informazioni rilevanti se non ottiene qualcosa in cambio.

La strategia adottata con l’accordo sottoscritto tra 25 Paesi è la stessa già utilizzata per il controllo sui conti finanziari off-shore e cripto-attività. Il meccanismo di scambio di informazioni dovrebbe prendere il via entro il 2029 e nel frattempo l’obiettivo è far in modo che aderiscano alla banca dati anche altri Paesi.

Quali tasse si pagano sugli immobili detenuti all’estero?

Attualmente l’Italia tassa gli immobili detenuti all’estero attraverso l’IVIE (imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero) e attraverso il sistema di monitoraggio fiscale con obbligo di compilare il quadro RW della dichiarazione dei redditi, il problema sorge per le attività non dichiarate e che conseguentemente portano a una perdita fiscale.

L’IVIE non si applica nel caso in cui l’immobile sia utilizzato come abitazione principale o casa coniugale assegnata al coniuge in caso di separazione o divorzio. Per ottenere l’esenzione su tali immobili, gli stessi non devono essere classificati come immobili di lusso.

Al fine di evitare la doppia imposizione, dall’IVIE è possibile dedurre l’eventuale imposta patrimoniale versata nello Stato in cui è situato l’immobile.

Naturalmente è difficile conoscere i dati sui beni detenuti all’estero perché si deve accedere a banche dati altrui, non proprie. Con lo scambio di informazioni sugli immobili detenuti all’estero diventa più semplice tracciare tutti i movimenti economici e, quindi, applicare la giusta tassazione in relazione alla reale capacità economica.

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