Oro super grazie ai tassi Usa ancora a zero

La decisione della FED di mantenere invariati i tassi di interesse negli Usa al minimo storico nel range tra 0% e 0,25% ha messo le ali alle principali materie prime, che hanno approfittato della debolezza generalizzata del dollaro americano sui mercati internazionali. Tra le migliori performance spicca quella dell’oro, che negli ultimi tre giorni è passato da area 1.100$ a 1.140$ l’oncia, guadagnando così più del 3%. Dopo questo significativo rally il metallo prezioso si sta muovendo lateralmente su base intraday, mostrando tutte le caratteristiche di una fase di consolidamento del bullish trend emergente attualmente in corso.

Il metallo giallo è riuscito a mantenere ben saldi i supporti di breve termine di 1.100$, senza nemmeno doversi preoccuparsi di affrontare un nuovo test dei minimi pluriennali di 1.070$ toccati l’ultima volta sul finire di luglio. Molti hedge funds e investitori di lungo periodo hanno cominciato ad accumulare oro a prezzi stracciati, sebbene la domanda mondiale sia in netto calo a causa del rallentamento economico dei due più grandi consumatori al mondo, ovvero Cina e India. Da un punto di vista tecnico, se la debolezza del dollaro americano dovesse confermarsi nei prossimi giorni, l’oro potrbebe allungare ancora al rialzo.

Il prossimo obiettivo tecnico è posto sull’area di resistenza di 1.150$, anche se il target dovrebbe essere il picco del 24 agosto scorso di 1.170$ l’oncia. L’oro potrebbe eventualmente allungare verso 1.200$, ma al momento le basi per consolidare il trend rialzista emergente non sono molto solide, per cui è lecito attendersi alti e bassi tra 1.170$ e 1.100$ da qui alle prossime settimane. Da sottolineare che anche l’argento è venuto fuori bene dopo la decisione della FED sui tassi Usa: il metallo grigio ha guadagnato quasi 1$ in due giorni, salendo in area 15,4$ l’oncia. In rialzo anche platino e palladio.