L’oro quota poco sopra 1.200$ l’oncia, appena sopra i minimi dell’anno. Dai top di inizio luglio scorso è avvenuto un calo superiore all’11%
Prosegue il momento difficile per l’oro, che paga la forza del dollaro americano alimentata dalle aspettative di rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti nel corso del prossimo anno. Sebbene non siano ancora chiare le tempistiche sulla stretta monetaria (già avviata comunque con la graduale riduzione del piano di quantitative easing per tutto il 2014), gli investitori sono convinti che la FED alzerà il costo del denaro nella prima parte del 2015 salvo clamorosi shock sull’economia americana.
Le prospettive di aumento dei tassi in America spingono gli investitori ad abbandonare l’oro, che da qualche tempo non riesce più nemmeno a rialzare la testa nelle fasi di maggiore avversione al rischio quando invece in passato si comportava da asset rifugio. A complicare il quadro dei fondamentali macro del metallo prezioso ci sono le basse aspettative di inflazione e la domanda da investimento in forte calo nei principali paesi consumatori (Cina e India). Da un punto di vista tecnico l’oro si è avvicinato ai minimi dell’anno, posti a 1.202$ l’oncia. I prezzi hanno toccato quota 1.204$ prima di rimbalzare un po’. Le difficoltà del metallo giallo sono ancora evidenti e a questo punto non va escluso un nuovo rally ribassista fin sotto 1.200$ l’oncia.
Se i prezzi riusciranno a perforare questa zona di supporto, il prossimo livello chiave è posto a 1.180$ l’oncia, ovvero i bottom che risalgono a fine giugno 2013. La maggior parte dei broker e delle banche d’affari vede l’oro intorno a 1.200$ -1.250$ l’oncia per fine anno, ma un po’ tutti sono convinti che possa esserci un nuovo approfondimento bearish nel prossimo biennio. Secondo gli esperti di Goldman Sachs il valore dell’oro diminuirà fino a 1.000$ l’oncia. Va molto male anche l’argento, che ha perso la soglia psicologica di 17$ l’oncia (tre mesi fa valeva 21$).
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