Dopo una fase di appannamento l’oro ha ripreso slancio e si è riportato sopra 1.350 dollari l’oncia. Il rimbalzo in corso potrebbe continuare, anche fino a 1.400 dollari
Nelle ultime due settimane l’oro ha sperimentato un rimbalzo tecnico, dopo aver toccato il livello più basso da oltre tre mesi a 1.251 dollari l’oncia lo scorso 15 ottobre. Da allora, però, sono scattati nuovamente gli acquisti, che hanno spinto le quotazioni del metallo prezioso fin sopra 1.360 dollari l’oncia. Ma cos’è che ha ridato slancio al più classico dei beni rifugio? La prima motivazione è riconducibile all’effetto-FED, visto che l’istituto monetario di Washington ha fatto intendere che quasi certamente il tapering non avrà inizio prima del 2014. Così, anche dalla riunione di domani, dovrebbe emergere la volontà di proseguire con l’attuale piano di stimoli monetari da 85 miliardi di dollari al mese almeno fino all’inizio del prossimo anno.
Il miglioramento del quadro tecnico dell’oro è stato favorito anche dalla crisi fiscale negli Stati Uniti, che a ottobre hanno fatto i conti con oltre due settimane di chiusura del governo (shutdown) ma soprattutto con i problemi legati all’innalzamento del tetto all’indebitamento pubblico. Il metallo giallo ne ha approfittato e in meno di due settimane ha messo a segno un guadagno superiore all’8% dai minimi di metà ottobre. Ora l’oro ha raggiunto un’area di resistenza importante, che coincide più o meno con il 61,8% del ritracciamento di Fibonacci della gamba ribassista iniziata il 28 agosto scorso a 1.433 dollari e terminata il 15 ottobre a 1.251 dollari l’oncia.
Nel breve periodo non va escluso un ritorno dei prezzi in area 1.330 dollari, anche se in caso di test positivo del supporto (key area) di 1.350 dollari, il metallo prezioso potrebbe salire ancora e dirigersi almeno fino alla resistenza di 1.375 dollari. L’obiettivo tecnico del rimbalzo iniziato in area 1.250 dollari è comunque posto sulla soglia psicologica di 1.400 dollari, che potrebbe essere raggiunta nelle prossime settimane soprattutto se la debolezza del dollaro americano dovesse proseguire. In ogni caso, salvo clamorosi boom nei prossimi due mesi, l’oro dovrebbe chiudere il 2013 in rosso dopo ben 12 anni di rialzi consecutivi culminati nel record storico di 1.921 dollari (settembre 2011).
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