Nella giornata di ieri l’oro ha toccato il minimo più basso da oltre tre mesi a 1.251 dollari l’oncia, confermando il trend discendente già evidenziato nelle ultime settimane. Dai top di 1.433 dollari, toccati lo scorso 28 agosto, il metallo prezioso ha perso quasi il 15% del proprio valore, anche se già da ieri è avvenuta una bella reazione dai minimi con risalita fino a 1.288 dollari. La tenuta dell’area di supporto di 1.250 dollari potrebbe favorire un rimbalzo tecnico verso la resistenza di 1.300 dollari, dove probabilmente un gran numero di venditori tenterà di ripristinare il bearish trend principale. Di certo l’oro appare uno strumento nelle mani dei grandi speculatori, caratterizzato da una elevata volatilità intraday spesso sfruttata da scalper e day-trader.
La debolezza del metallo giallo è dovuta per lo più ai continui deflussi dagli Etf che investono in oro fisico e alle aspettative di ritiro degli stimoli monetari da parte della FED, che ha fatto sapere di voler avviare il tapering a breve e di completarlo entro metà 2014. Inoltre, bisogna considerare che i rischi di inflazione restano decisamente contenuti, al di là della recente fiammata dei prezzi in Cina, e che le banche d’affari continuano a pubblicare report molto negativi sul futuro del metallo prezioso. Da un punto di vista tecnico, non va escluso che nei prossimi giorni l’oro possa riprendere la marcia ribassista per spingersi fino ai minimi di 1.180 dollari, toccati lo scorso 28 giugno.
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