Il Parlamento non fa sconti e chiude ogni margine relativo alla riscossione frazionata e alla depenalizzazione della mera omissione di versamenti Iva.
La proposta
Il vicepresidente della commissione finanze della Camera, Enrico Zanetti (Scelta civica) si era fatto portatore di due emendamenti al testo della delega fiscale, con il fine di venire incontro al contribuente incorso nel reato di omesso pagamento di Iva.
Contenuto del primo emendamento era una vera e propria depenalizzazione del mancato pagamento dell’imposta sui consumi (attualmente è reato ed è disciplinato dall’articolo 10-ter del D.Lgs. n. 74/2000); oggetto del secondo era invece la possibilità, per il fisco, di procedere alla riscossione frazionata da subito solo per gli imponibili non versati né dichiarati.
La bocciatura
Due giorni fa, però, la doccia fredda. La commissione finanze, infatti, ha bocciato entrambi gli emendamenti dell’onorevole Zanetti, che spiega l’accaduto. “Prima della chiusura estiva dei lavori, la commissione finanze aveva votato all’unanimità la risoluzione che prevedeva la possibilità di introdurre una modifica all’art. 6 (norme per la gestione del rischio fiscale, governance aziendale, tutoraggio, rateizzazione dei debiti tributari) al fine di rivedere il meccanismo della riscossione frazionata. Ieri, però, durante le votazioni agli emendamenti c’è stata un’inversione di rotta e l’emendamento è stato bocciato”.
La ratio della proposta
Il vicepresidente della commissione chiarisce poi quelle che erano le finalità degli emendamenti: “La modifica mirava a fare in modo che la riscossione frazionata avesse luogo solo a conclusione del primo grado di giudizio e non già dall’inizio del procedimento. L’obiettivo, infatti, era quello di aiutare prima di tutto i contribuenti facendo in modo che venisse rispettato il principio della presunzione di innocenza”.
La proposta Zanetti, quindi, mirava a promuovere l’esecuzione frazionata come metodo standard di riscossione solo dopo che fosse arrivata una sentenza di primo grado, mantenendo invece il rimedio efficace da subito solo per i casi di somme imponibili non dichiarate.
La spiegazione di Zanetti
“Sul no della commissione”, ha concluso il deputato di Scelta civica “ha probabilmente inciso la contrarietà storica dell’amministrazione finanziaria a muoversi in questo senso, dato che, nel nostro paese, il fisco continua a soffermarsi sul disconoscimento della deducibilità dei costi, piuttosto che indagare a fondo sull’emersione dell’imponibile”.
Arriva, pertanto, un altro segnale di durezza verso il reato di omesso pagamento dell’Iva, dopo la sentenza della Cassazione che ha fissato il principio dell’ammissibilità della confisca anche in caso di patteggiamento della suddetta fattispecie penale.
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